SAN CASCIANO – C’è un filo invisibile che unisce la comunità di San Casciano con la raccapricciante notizia dell’uccisione di Nadia De Munari, missionaria laica vicentina morta a cinquant’anni in un ospedale di Lima (Perù) il 24 aprile.
Morta dopo essere stata aggredita e gravemente ferita nel sonno a Nuevo Chimbote, popoloso centro al sud di Chimbote, nella regione centrosettentrionale di Anchash.
Nadia era originaria di Schio, in provincia di Vicenza. Viveva in Perù da 26 anni come volontaria laica, ed era responsabile del centro “Mamma mia”, come operatrice a favore di minori bisognosi.
Seguiva cinque asili e una scuola elementare nell’ambito dell’attività dell’Operazione Mato Grosso, movimento missionario fondato dal salesiano don Ugo De Censi.
Ma cosa unisce San Casciano a questa vicenda? Nadia De Munari aveva un bellissimo rapporto di amicizia e stima con Suor Livia, l’abbadessa del Convento Monache Clarisse in viale San Francesco d’Assisi.
E proprio Suor Livia, nel 2018, era stata insieme a una sua amica nella missione di Nadia a Chimbote, per cinque mesi.
La stessa Nadia era stata anche nel convento di San Casciano, dove aveva incontrato persone della comunità locale e volontari dell’Organizzazione Mato Grosso.
Con grande commozione quindi, nel pomeriggio di lunedì 3 maggio, è stato montato un grande schermo all’interno della chiesa delle Clarisse.
Dove è stato possibile seguire la diretta del funerale da Schio, tenutosi all’interno del palazzetto dello sport nel rispetto delle norme che regolano la pandemia.
Quaranta i sacerdoti, cinque i vescovi, a celebrare l’ultimo saluto.
Tra questi il vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol, che ha chiesto a monsignor Giorgio Barbetta, vescovo ausiliare della diocesi in Perù, di tenere l’omelia.
“E’ successa una cosa più grande di noi – ha detto monsignor Giorgio Barbetta, affranto dal dolore – Un faro ha illuminato la vita di Nadia, era contenta, correva, è stata fermata dalla violenza mentre andava verso il bene. Il suo sangue, la sua vita, sono diventati il seme, le sue radici”.
“A Chimbote nessuno potrà dimenticare Nadia – ha detto con sicurezza il sacerdote – Il suo seme emetterà le radici nel cuore di tanti ragazzi. E chi riceverà questo seme sentirà dolore e amore”.
Poi ha acceso una candela: “Nadia aveva tanti bambini nei suoi asili, circa 400. E i bambini condividevano con lei un segno,:accendere una candela nel momento della preghiera, e quando finiva questo momento, il gesto era questo…”.
Lo ha spiegato mentre, con un soffio, ha spendo la candela e finito l’omelia.
Alla fine della cerimonia i sacerdoti hanno sollevato la semplice cassa dove era stato appoggiato il Vangelo, ed hanno accompagnato il feretro verso il cimitero, dove Nadia da ieri riposa nel settore dei bambini.
Anche Suor Livia, alla fine della cerimonia, si è unita al popolo presente a Schio salutando il feretro agitando un fazzoletto.
Come hanno fatto le tante persone, con le bandierine alzate al cielo con sopra una scritta: “Solo Dios”.
@RIPRODUZIONE RISERVATA