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domenica 13 Ottobre 2024
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    L’ultimo viaggio di Giacomo Tachis: il saluto nella chiesetta a pochi metri da casa

    In tanti hanno voluto dire una parola. Il Marchese Antinori: "Per me è come perdere un pezzo della mia vita"

    SAN CASCIANO – Si sono tenuti nella chiesa di Santa Maria ad Argiano, a pochi metri dalla casa dove ha vissuto con la famiglia, lunedì 8 febbraio, i funerali di Giacomo Tachis.

     

    Quella stessa chiesa che frequentava insieme alla moglie Mariuccia quando ancora stavano bene: una chiesa ricavata da un vecchio fienile, piccolina, intima, affacciata sulla campagna.

     

    Molte sono state le persone che hanno voluto dare l’ultimo saluto all’enologo piemontese che aveva scelto di vivere a San Casciano.

     

    Tra queste oltre ai parenti, il Marchese Piero Antinori assieme a una delle figlie, professori, storici. Ma non è mancato il popolo, in particolare coloro con cui ha condiviso tanti anni assieme. Sul lavoro.

     

    La Messa è stata celebrata da don Massimiliano Gori, proposto della Collegiata ma anche parroco di Santa Maria ad Argiano.

     

    "Nella sacra scrittura il vino è un simbolo importante – ha detto don Massimiliano nell’omelia – non possiamo non parlare di questo in questa circostanza mentre salutiamo Giacomo. Tutti ci ricordiamo che il primo miracolo, il primo segno che Gesù compie lo compie a una festa di nozze cambiando l’acqua in vino".

     

    "Non sarà stato buono – ha detto don Massimliano – come il vino che Giacomo ha fatto e inventato in questi anni di lavoro".

     

    Al termine della cerimonia sono state molte le persone che hanno voluto lasciare un ricordo. Per prima la figlia, Ilaria: "Lo ricordo come un grande padre. She spero oggi, dopo una lunga sofferenza, possa raggiungere la mamma. Voglio leggere al babbo e condividerlo con voi, uno stralcio di uno scritto tratto da Sant’Agostino: La morte non è niente….asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami, il tuo sorriso è la mia pace”.

     

    "In particolare – ha tenuto a dire Ilaria Tachis – vorrei ringraziare una persona che è stata a fianco del babbo in questi ultimi anni, un vero angelo custode che l’ha accudito giorno e notte. Si tratta del giovane Misha: grazie, senza di te non so come avrei potuto fare".

     

    Subito dopo si sono alternate altre persone, ognuna con un ricordo particolare vissuto assieme a Giacomo Tachis. Tra questi un amico ha ricordato quando l’enologo lo condusse quasi in vetta all’Etna facendolo osservare l’infinito del mare e la luce dicendogli: "Carlo guarda. Se la vigna dà frutto è perché tutto questo è concentrato in un’idea di creato".

     

    Un giornalista del “Gambero Rosso” ha ricordato quando lo conobbe e lo intervistò nelle vecchie Cantine Antinori, mentre durante un viaggio con lui a Malta, Tachis gli raccontò che aveva corso il rischio di fare la sua carriera proprio lì, a Malta, ma sua madre lo convinse a tornare in Italia entrando successivamente all’Antinori: "Lui non sapeva nuotare, però è stato uno dei più grandi esperti di viticultura delle piccole isole".

     

    "Quello che sentiamo – ha detto il Marchese Antinori – è veramente un grande vuoto  personale. In più di trenta anni di lavoro al suo fianco abbiamo diviso momenti facili e felici, ma anche momenti difficili sia dal punto di vista professionale che umano".

     

    "In questo momento – ha ammesso – è come perdere un pezzo della mia vita. Con Giacomo Tachis ci siamo trovati a operare in un momento veramente speciale e unico. Grandi cambiamenti, grandi rivoluzioni, miglioramenti, dove Tachis è stato un vero protagonista, portando  una maggiore prosperità, ricchezza, occupazione in tante zone".

     

    "Devo dire – ha sottolineato – che è un vuoto anche per tutti i produttori di vino italiani, perché la sua influenza è stata non soltanto in un’azienda o in una regione, ma si è riflessa in tutto il Paese".

     

    "Fra i suoi valori – ha tenuto a dire – c’è anche la generosità con cui lui ha prodigato la sua ispirazione personale a un mondo di giovani enologi".

     

    Altro ricordo è arrivato da Giovanni Brachetti Montorselli che con commozione ha ricordato quando Tachis nel 2000 lo chiamò per aiutarlo a fare l’inventario di tutti i suoi libri che aveva nella sua biblioteca.

     

    Sandro Vannucci, giornalista ha ricordato le sue interviste per la Rai e il lato simpatico di Tachis a telecamere spente. Erano presenti il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini, il sindaco e vicesindaco di Tavarnelle David Baroncelli e Davide Venturini, il corpo forestale dello Stato e i carabinieri della Stazione di San Casciano, oltre alla polizia locale.

     

    Giacomo Tachis ha trovato l’ultimo riposo nel piccolo cimitero di Cetinella a San Martino ad Argiano accanto alla moglie Mariuccia.

     

     

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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