MERCATALE (SAN CASCIANO) – Un nuovo libro va ad arricchire la storia del nostro territorio, in particolare quella della frazione di Mercatale.
Alessandro Lavacchi è un mercatalino che ha coltivato nel tempo la passione per i libri: vende quelli usati nei mercatini (insieme alla moglie, anche lei una vera appassionata); ha una ricchissima collezione privata di libri sul Chianti, testi anche introvabili, dei quali è orgoglioso.
Così un giorno, passando in piazza Vittorio Veneto davanti all’ufficio del giovane editore Andrea Ciappi (CHIRIA – Chianti Editoria), con dei fogli ingialliti scritti a mano e una vecchia audiocassetta, chiese se sarebbe stato interessato alla pubblicazione di un libro sul passaggio della guerra, da San Donato in Poggio a Mercatale.
Seduti uno davanti all’altro, l’editore confermò l’interesse. Così, dopo avere sbobinato le interviste e trascritte le annotazioni, è nato “Tiger Country. Il Passaggio del fronte sulle colline del Chianti”, in collaborazione con la sezione ANPI di Mercatale-San Casciano. Curato da Alessandro Lavacchi.
L’occasione per la presentazione è stata una data significativa, il 25 luglio, 79esimo anniversario della Liberazione di Mercatale.
Tante le persone accorse (una settantina): a presentare l’iniziativa Paolo Marini, presidente della sezione ANPI di Mercatale, mentre il sindaco di San Casciano Roberto Ciappi ha portato i saluti dell’amministrazione comunale, ripercorrendo gli eventi drammatici che hanno colpito il territorio e la popolazione.
“Di questo lavoro – ha detto l’editore, Andrea Ciappi – mi ha colpito molto l’umanità raccontata attraverso le parole di chi ha vissuto il passaggio del fronte; un’umanità che spazia dal partigiano ai mezzadri, che abitavano nelle coloniche e che hanno dato ospitalità a chiunque”.
“Queste interviste – ha raccontato Lavacchi – sono state fatte da me e Alfiero Canzani, poeta e artista mercatalino, nel 1975. Alfiero nel 1974 pubblicò un librettino sul passaggio del fronte a Mercatale per il trentennale della Liberazione e, visto questo, gli proposi di farne un secondo, integrando altre testimonianze”.
I ricordi si sono fatti sempre più nitidi: “Il primo fu Alfredo Mattoncetti, padre del partigiano Umberto Mattoncetti. Fissammo un appuntamento al campo sportivo di Mercatale e iniziammo l’intervista, chiusi all’interno di una Fiat 500. Io dietro, con il registratore in mano, mentre Alfiero faceva le domande ad Alfredo”.
“La seconda intervista – ha ripercorso Lavacchi – la facemmo a Nello Giachi nella sua colonica in località Poppiano (San Fabiano). La terza fu fatta a Romolo Crini nello studio del pittore Alviero Bartoli, con il quale avevamo creato un gruppetto culturale. Ci riunivamo in un appezzamento di terreno a Montecampolesi, si chiamava “Il giardino dei germogli”. Lì riascoltavamo le interviste e le riportavamo su carta, per poi cancellarle e registrare nuovamente sulla stessa cassetta”.
“Una sera – sono state ancora le parole di Lavacchi – ci ritrovammo nuovamente per riascoltare e trascrivere le interviste, ma successe un fatto che mi lasciò sconcertato. Alfiero prese tutto il lavoro svolto e mi disse: “Un si fa più nulla. Se tu voi continuare te bene, sennò butta via tutto. Io ho chiuso così!”. La cassetta del registratore rimase a lui, io mi presi le trascrizioni fatte e finì tutto lì. Alla scomparsa di Alfiero, nel 2001, fui chiamato dalla sua cugina, la signorina Gina, per dei lavori in casa, e lì rividi un vecchio quadro intitolato “I tre grulli”. Dove siamo raffigurati io, Alviero e Alfiero, seduti sulla spalliera di una panchina in piazza: ma rividi anche il registratore”.
“D’istinto – ha ricordato – mi venne di pigiare il tasto per ascoltare cosa contenesse. E con meraviglia c’era proprio l’intervista fatta a Romolo Crini, che non avevo mai ascoltato. Nel 2021 erano venti anni che era morto Alfiero Canzani, e cento anni della nascita di Alviero Bartoli; così ripresi quelle carte e quel nastro, ma ancora una volta lasciai di nuovo tutto in un cassetto”.
Fino a pochi mesi fa, quando Alessandro è passato davanti alla casa editrice mercatalina: “Questo libro – ha tenuto a dire in conclusione – vuole rendere omaggio e gratitudine anche agli amici Alfiero e Alviero. Contiene anche alcune foto inedite di soldati neozelandesi in alcune località del Chianti, grazie all’appassionato di storia Adriano Mugnaini e all’Anpi di Mercatale”.
Una storia… nella storia anche questa: Mugnaini e Anpi nell’aprile 2020 incontrarono Mike Cheer, nipote del soldato neozelandese Ted Fuell, che il 27 luglio 1944, mentre si trovava sul primo autoblindo su gomma risalendo Sant’Anna in direzione San Casciano, poco distante dalla Fornace, salì su una mina tedesca nascosta sotto la sede stradale. Saltando in aria.
Ted Fuell rimase gravemente ferito all’intestino e agli arti inferiori, perdendo l’udito da un orecchio. Anche altri due soldati che erano con lui rimasero gravemente feriti: uno di questi morì’ dopo cinque mesi in un ospedale da campo.
Ebbene, Mike in soffitta ritrovò il diario e alcune foto di Ted, tanto che decise di venire in Italia ripercorrendo le tracce del suo passaggio. Arrivando così a Mercatale, proprio lì dove saltò l’autoblindo.
Accolto con vero piacere, riuscì a trovare anche la testimonianza di quanto avvenuto da una signora. Doriana Matteuzzi, che all’epoca era una bambina di 12 anni.
Il passaggio del fronte a Mercatale: un pezzo di storia in un diario neozelandese
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