CASEROTTA (SAN CASCIANO) – Tra gli alberi monumentali nel comune di San Casciano, c’è una quercia legata alla figura di un Santo, per la precisione San Francesco.
E’ la bellissima quercia che si trova a Villa Caserotta, tra San Casciano e Mercatale.
Tra verità e leggenda sembra che San Francesco, mentre si recava a Chiusi della Verna, si fermò a riposare sotto quella che all’epoca era una piccola quercia. Se questo corrispondesse a verità, la sua età sarebbe di… 800 anni.
C’è poi un altro indizio: la quercia appare rigogliosa accanto alla Cappella in un affresco del 1400. Nel 1920 è una foto a immortalare la quercia in tutto il suo splendore.
Ma questo maestoso gigante inizia ad accusare l’età: un bel colpo lo ha ricevuto nel periodo della seconda guerra mondiale, quando a Villa Caserotta si stabilì un reparto militare di sudafricani. E in mezzo al fuoco, nemico e amico, riportò anche lei serie “ferite”.
Nel 1946 arrivò in suo soccorso la mano esperta dell’uomo; c’erano da eliminare le parti che stanno marcendo, in più larve e insetti si erano introdotti sotto la corteccia.
E dopo il Santo, sotto i suoi rami (alla base si è formata un’incavatura) è il posto ideale per il gioco dei ragazzi che vi entrano all’interno, mentre gli uomini vi si fermano in momenti di svago, addirittura a giocare a carte.
Nell’inverno del 2000, a causa di un violento temporale abbattutosi nella zona, la quercia sotto violente raffiche di vento venne “amputata” di un grosso ramo che, nel cadere, portò via una porzione di fusto. Aprendo uno squarcio alla sommità ben visibile ancora oggi.
Nonostante gli anni la quercia fa ancora la sua bella figura, si rimane affascinati osservandola nei suoi circa 16 metri di altezza. E sembra abbia trovato il suo “bastone della vecchiaia” appoggiando i suoi deboli rami sulla chiesetta al suo fianco.
Testimone di tanta storia, oggi sono ben visibili i segni di cedimento. Ma nonostante ciò si può godere ancora della sua ombra e della sua bellezza infinita.
Parte della storia della quercia di Caserotta l’abbiamo trovata nel libro “Gli alberi monumentali di Firenze e provincia” (EDIFIR Edizioni Firenze), di Valido Capodarca.
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