SAN CASCIANO – Giovanna Corti è nata a Colle Val d’Elsa, dove ha ancora solide radici. Ma a San Casciano, dove vive dal 1973, ha compiuto larga parte del suo percorso di vita.
Personale, familiare e professionale: da sempre nel mondo della scuola, prima come insegnante di scuola primaria, poi come dirigente scolastica, per dieci anni, fino alla pensione, ha diretto prima le scuole medie e poi l’Istituto Comprensivo sancascianese.
Insomma, per molti è stata (ed è ancora) “la preside”.
Domenica 14 aprile, dalle 17 il saletta “Lucia Bagni”, alla biblioteca comunale di San Casciano, Giovanna Corti riunirà queste due “anime”, quella colligiana e quella sancascianese, presentando nel paese dove vive da 51 anni, “Amarcord o della Colle che fu” (Edizioni Helicon), la sua raccolta di racconti.
“Storie che ho vissuto fra gli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 – di dice – fino ai miei 14 anni. Personaggi, luoghi, modi di dire, tipici di Colle Val d’Elsa ma estendibili a tanti dei nostri paesi, San Casciano compreso”.
Una raccolta che mischia l’italiano al “colligiano”, e che proprio per questo si giova delle spiegazioni di Luciano Giannelli, “esperto di dialettologia e linguistica – racconta Giovanna – che si è subito dimostrato interessato alla parte dialettale presente in questi racconti, tutti autobiografici”.
Al termine di ogni racconto, quasi una scena teatrale, troviamo quindi il commento linguistico con delle annotazioni antropologiche da parte di Giannelli.
Completa il tutto quello che possiamo definire l’accompagnamento iconografico, i disegni realizzati dall’architetto Duccio Santini, che da ogni racconto ha estratto un particolare e lo ha disegnato.
Prima di diventare preside a San Casciano, Giovanna Corti ha diretto scuole a Greve in Chianti, Empoli, San Donnino. Prima ancora, per 23 anni è stata insegnante della primaria o, come si chiamava allora, l’elementare.
“Vinsi il concorso presto – racconta – a 22 anni. Ho visto cambiare la scuola negli periodi, diciamo così, caldi: sono entrata negli anni Settanta, belli, densi di innovazione, pieni di fermento e cambiamento. Poi negli anni Ottanta sono arrivati i nuovi programmi per la scuola primaria, che hanno aperto tutto un nuovo scenario. Ho un bellissimo ricordo, sia come insegnante che come dirigente”.
Ma, prosegue, “ho sempre avuto la passione per la scrittura, e ho sempre immaginato che avrei scritto qualcosa. L’ho sempre rimandato, con scrupoli e scuse, perché comunque si parlava di me stessa. C’è un velo, del resto, che anche la scrittura non riesce a rispettare”.
Poi, è arrivato il Covid: “Durante il lockdown, mancando i contatti reali, ognuno di noi si è rifugiato anche in quelli virtuali, sui social. Mi sono iscritta a un gruppo Facebook sulla “Colligianità”, su Colle Val d’Elsa, e i miei ex compagni di scuola hanno iniziato a dirmi, ma perché non scrivi? Ricordando i famosi temi che una volta facevano il giro delle classi”.
“Scrissi due-tre racconti in quel gruppo – aggiunge – che era una sorta di finestra sul mondo. E sempre sui social ho incontrato Luciano Giannelli. E’ nato tutto così…”.
Il libro è stato presentato il 2 marzo scorso a Colle Val d’Elsa, “e adesso – conclude Giovanna – è obbligo presentarlo a San Casciano. Dissipando subito un… pregiudizio: nel libro si parla dell’infanzia e adolescenza in Val d’Elsa, ma sono momenti, ricordi, modi di dire, custoditi da gran parte delle persone nate e vissute in tutti i nostri paesi”.
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