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mercoledì 17 Aprile 2024
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    ChiantiBanca, avviso al Cda: “Vi riterremo responsabili dei danni dovuti alla scelta Iccrea”

    Durissima lettera dell'associazione Per una banca in terra toscana, spedita anche alla sede di Firenze di Bankitalia

    SAN CASCIANO – "Vi comunichiamo di ritenervi personalmente e solidalmente responsabili di tutti gli ingenti e allo stato inquantificabili danni che ChiantiBanca avesse a subire dall'esito delle iniziative giudiziarie promosse da Cassa Centrale Banca, di cui la stessa ha già comunicato l'avvio nel caso in cui ChiantiBanca non dovesse dare seguito all'adesione al gruppo cooperativo riconducibile a Cassa Centrale stessa".

     

    Un avviso, durissimo, diretto al Cda di ChiantiBanca attualmente in carica, è partito nella mattinata di oggi, lunedì 4 dicembre, contenuto in una lettera scritta dall'associazione Per una banca in terra toscana.

     

    Lettera firmata dal presidente Luciano Borri e spedita alla sede legale di Monteriggioni, alla direzione generale di San Casciano. E, soprattutto, alla sede fiorentina di Banca d'Italia.

     

    VERSO UN'ASSEMBLEA AD ALTISSIMA TENSIONE

     

    E' solo l'ultimo capitolo del conto alla rovescia in vista dell'assemblea dei soci di ChiantiBanca in cui domenica 10 dicembre, al Mandela Forum di Firenze, saranno chiamati a votare la proposta del Cda in carica.

     

    Ovvero fare una inversione a 360 gradi sull'adesione alla holding, obbligatoria in seguito alla riforma delle Bcc, dicendo no a Trento (Cassa Centrale Banca) sterzando su Roma (Iccrea).

     

    Una decisione, quella del Cda comunicata alcune settimane fa (ma attesa fin dalla sua entrata in carica nel maggio scorso), che ha alimentato un clima da polveriera.

     

    In un percorso arrivato all'apice di un periodo terribile per ChiantiBanca: iniziato con l'ispezione-choc di Bankitalia fra 2016 e 2017, il seguente bilancio in passivo di 90 milioni di euro, le dimissioni di cinque consiglieri e dell'ex dg, l'inchiesta della Procura della Repubblica di Firenze per falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza, l'assemblea di maggio con la sconfitta di Lorenzo Bini Smaghi.

     

    Da allora la situazione ha visto un ulteriore crescendo di tensioni, in un corpo sociale (ma anche nel corpo-dipendenti) ormai irrimediabilmente diviso. E la scelta del Cda di voltare le spalle a CCB per andare, verso quella che fino al dicembre 2016 era "l'odiata Roma", ha fatto il resto.

     

    Ci si prepara quindi allo scontro finale, in una assemblea che si preannuncia forse ancora più tesa di quella, a tratti altamente sopra le righe, del maggio scorso.

     

    LA LETTERA INVIATA (ANCHE) A BANCA D'ITALIA

     

    E certo non ci va leggera l'associazione Per una banca in terra toscana, sostenitrice della linea-Trento e attivissima in queste settimane.

     

    "Riteniamo – scrive nella lettera che, come detto, è stata inviata anche all'organo di vigilanza – che la delibera con la quale il consiglio di amministrazione della banca ha disposto la convocazione dell'assemblea sia stata assunta in violazione dei doveri di diligenza gravanti sui componenti dell'organo gestorio".

     

    La delibera che ha indetto l'assemblea del 10 dicembre, tesa a "scancellare" la scelta-Trento per virare su Roma, "non tiene in debito conto – sostiene l'associazione – che anche in ragione della precedente delibera assemblea del 16 dicembre 2016 e dei successivi atti posti in essere in esecuzione di tale delibera, si è formato un vincolo giuridico nei confronti di Cassa Cetrale o, quantomeno, un legittimo affidamento di quest'ultima in merito all'adesione di ChiantiBanca".

     

    LA LETTERA DI CASSA CENTRALE

     

    La stessa Cassa Centrale è stata molto netta nei giorni scorsi, scrivendo a sua volta a ChiantiBanca. Poche righe che non lasciano spazio a dubbi, ovvero su future azioni giudiziarie.

     

    "Abbiamo dovuto chievervi – ha scritto CCB l'1 dicembre scorso – il rispetto dei formali impegni rappresentativi, non solo della volontà consiliare, ma anche di quella assembleare più volte espressa. Apparteniamo ancora a quanti ritengono scontato e necessario che una banca debba rispettare le obbligazioni assunte".

     

    "Rimaniamo altresì convinti – rimarca Cassa Centrale – che la partnership strategica fra ChiantiBanca e il Gruppo CCB rappresenti la migliore garanzia per assicurare un ulteriore sviluppo della banca a vantaggio dei soci, del territorio e dell'economia della Toscana. Il Gruppo CCB conferma la volontà di condividere e supportare le iniziative finalizzate alla crescita e alla capacità competitiva della vostra banca".

     

    "Auspichiamo – è la conclusione, priva di qualsiasi possibilità di fraintendimento – anche nell'interesse di ChiantiBanca, che questo consiglio voglia desistere da iniziative illegittime quanto dannose per la banca".

     

    IL "MONITO" AI MEMBRI DEL CDA

     

    Riprendendo la ferrea volontà di CCB di non stare certo passiva di fronte a una sterzata verso Iccrea, l'associazione Per una banca in terra toscana ricorda infine ai consiglieri d'amministrazione attualmente in carica che "la disciplina dettata dal codice civile è molto chiara nell'escludere che la votazione da parte dell'assemblea dei soci della delibera proposta possa costituire esimente rispetto all'operato degli amministratori".

     

    Insomma, in soldoni: se l'assemblea di domenica voterà per andare verso Iccrea e partiranno le cause per risarcimento danni da parte di Cassa Centrale, i soci pro-Trento non staranno certo a guardare. Ritenendo responsabili gli attuali membri del Cda.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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