SAN CASCIANO – Ancora una mano in soccorso delle popolazioni colpite dal terremoto nel centro Italia.
Stavolta di buon'ora, nei giorni scorsi, sono partiti con un furgone frigo contenente trecento chilogrammi di carne fresca sottovuoto, i macellai Stefano Secci (sancascianese doc) e Luca Meoni, in rappresentanza dell’Associazione Macellai Fiorentini. Per portarsi a Scai una frazione di Amatrice.
"Una iniziativa nata grazie alla segnalazione di Mariana Perrotta dell'associazione ACF Firenze – ci racconta Stefano Secci – una volontaria che è andata a portare aiuto alle popolazioni colpite. Venendo a conoscenza che nel campo allestito nella frazione di Scai non mangiavano carne dal giorno del sisma, al suo rientro ha interpellato la nostra associazione, così ci siamo attivati per fornire gratuitamente la carne portandola direttamente noi al campo di Scai dopo esserci messi in contatto con Paolo, responsabile del campo".
Ci racconta quello che hanno visto: "La popolazione ha un forte attaccamento al territorio, tanto che la loro volontà è quella di ritirare su le loro case il prima possibile per tornare alla vita di sempre, fatta di piccole cose, il lavoro nei campi, l’allevamento di animali, la produzione di formaggio, marmellate, funghi. Una vita insomma fatta di cose semplici. Quello che adesso fa paura è affrontare l’inverno".
Stefano ci ha dato anche l’opportunità di parlare direttamente dal campo con Beatrice, sposata, mamma di una bambina" "Ci vogliono allontanare da Scai – ci ha detto – e trasferirci in delle strutture nelle zone di mare, lontano dalle nostre case. Alcune inagibili, altre distrutte. Una volta allontanati temiamo che i piccoli centri come il nostro e come tanti altri non verranno più ricostruiti. Noi non abbiamo più un euro, quelli che avevamo li abbiamo investiti qui in queste case e da qui vogliamo ricominciare".
Ci racconta che la sua casa è inagibile: "Abbiamo anche perso dei familiari sotto le macerie. Proprio questa mattina siamo andati accompagnati dai vigili del fuoco a recuperare qualcosa nella nostra casa, è venuta anche mia figlia, le hanno messo il caschetto in testa e velocemente abbiamo cercato di recuperare quello che è stato possibile".
"Quando siamo usciti – ci ha raccontato ancora Beatrice – appena tolto il caschetto mi ha detto in lacrime: “Mamma quando torneremo nella nostra casa?”. Il problema grande da affrontare adesso è l’arrivo dell’inverno, qui la notte la temperatura scende anche a meno dieci gradi, la neve può arrivare fino a due metri. Com’è possibile stare in delle tende?".
"L’alternativa? I moduli abitativi collocati qui a Scai – ha proseguito – giusto per affrontare l’inverno. Poi a primavera mettere subito mano a ricostruire le case, facendo lavorare le persone del posto. Lo sa quanto ci passano per campare? 600 euro il mese. E, ripeto, noi non abbiamo più niente, quello che avevamo lo abbiamo investito sul nostro territorio e in pochi secondi il terremoto ce l’ha portato via".
La paura, come dicono in molti qui al campo di Scai, è che "Amatrice sia ricostruita e le piccole frazioni no! Per questo non vogliamo allontanarci e faremo di tutto per restare qui".
"Non dobbiamo essere dimenticati – ha concluso lanciando un appello – E abbiamo bisogno che qualcuno ci aiuti a ricostruire le nostre case. Non abbiamo più nulla".
Oltre alla carne l’Associazione Macellai Fiorentini ha regalato al campo di Scai un’asciugatrice nuova, mentre si sono resi disponibili a tornare ancora se si presentasse la necessità. Un grande gesto il loro, per il quale hanno ricevuto un sincero grazie.
di Antonio Taddei
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