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venerdì 19 Aprile 2024
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    Michela Piccini: l’amore per l’olio e per il territorio che diventa una ricetta piena di amore e ricordi

    Romolina, consigliera della Pro Loco di San Casciano, ha pubblicato una ricetta a base di polenta e cavolo nero sulla rivista dell’Associazione Toponomastica Femminile

    LA ROMOLA (SAN CASCIANO) – La passione per l’arte culinaria ormai da anni riempie tanti momenti della vita di Michela Piccini, soprattutto per allietare familiari ed amici che da sempre amano mangiare a casa sua.

    Romolina, consulente assicurativa, consigliera della Pro Loco di San Casciano, la conosciamo già come membro attivo del comitato del premio “Olio Romolino”, andato in onda on line lo scorso novembre.

    La passione per la terra, è infatti anche produttrice di olio extravergine, da anni l’ha avvicinata alla cucina semplice ma genuina dei nostri luoghi, andando alla ricerca di antichi sapori e prodotti a Km 0.

    “Tutto è nato – ci spiega- durante un pranzo con l’amica Paola Malacarne, responsabile per la Toscana dell’Associazione Toponomastica Femminile”.

    “E’ stata lei – prosegue – a suggerirmi di pubblicare sulla rivista settimanale dell’Associazione, “Vitamine Vaganti”, una mia ricetta che a Paola era piaciuta molto: sformatini di polenta con cuore di cavolo nero e fontina“.

    Gli sformatini di Michela Piccini

    “Sono legata a questa ricetta – continua Michela – soprattutto per la farina che ho utilizzato, che proviene dal paese della mia nonna paterna Anna Matteucci”.

    “Chiusi della Verna per esattezza – prosegue – un luogo che ancora oggi amo visitare, dove ho scoperto tempo fa questa ottima farina prodotta dall’Agriturismo Vezzano che la produce secondo antiche ricette”.

    La cosa più importante che Michela ci racconta, legata a questo luogo, è però un’altra.

    Dagli studi condotti dalla ricercatrice Nicoletta Baldini nel suo libro del 2016 “Sotto fatale e felice stella in Casentino”, Chiusi della Verna sarebbe il luogo di nascita di Michelangelo Buonarroti nel 1475 e non Caprese in Valtiberina, come sostenuto dagli storici fino ad ora.

    Era stato il Vasari ne “Le Vite” ad affermare già le origini casentinesi del Buonarroti, ma un Regio Decreto del 1913 aveva riconosciuto alla cittadina di Caprese questo onore.

    “Oltre all’ottima farina – continua Michela – ho utilizzato per la mia ricetta del cavolo nero proveniente da un’azienda agricola biologica della Roveta, nel comune di Scandicci, mentre la fontina, che non è tipica del nostro territorio, è una fontina commerciale”.

    “Il tutto – dice ancora – insaporito dal mio olio di produzione familiare, che caratterizza il piatto con i profumi della nostra terra”.

    “Sono contenta – conclude Michela – per questa pubblicazione sulla rivista dell’ Associazione Toponomastica Femminile che si batte per dare piĂą voce e visibilitĂ  alle donne in tutti i settori della societĂ . E per questo il mio ringraziamento non può non andare alla presidente dell’associazione, Maria Pia Ercolini”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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