Era la mattina del 22 novembre 2011 quando Andrea Ferri 36 anni, di Cerbaia, perse la vita in un incidente stradale a Das Es Salaam, in Tanzania. Con lui, tre frati cappuccini toscani che accompagnavano il volontario cerbaiolo nella visita alla missione umanitaria nel cuore dell'Africa.
A Cerbaia, la notizia della morte di Dea arrivò inattesa come un fulmine in una giornata di primavera. Sconvolse nel giro di pochi minuti un'intera cittadina, rimbalzò per tutti gli angoli d'Italia e del mondo svuotando per un attimo, tutte le persone che lo avevano conosciuto. Che pochi giorni dopo, intasarono la chiesa di Santa Caterina e tutta Cerbaia per salutarlo l'ultima volta, al funerale.
È passato già un anno, o come preferisce l'amico di infanzia Sergio Guerrieri, “solo un anno”. Perché, spiega, “per noi che abbiamo preso tutto con estrema positività sin dall'inizio e che pensiamo che ci sia tanto da fare, è passato 'solo' un anno”.
“Oggi – prosegue Sergio – posso dire di vivere bene tutto questo: la positività con cui abbiamo preso la morte di Dea ci ha portato a maturare, a prendere coscienza di noi stessi e mettere a frutto quello che questa persona ci ha lasciato”.
Guardando indietro all'anno trascorso è impossibile non notare la grande quantità di frutti nati dalla morte di Dea, innaffiati con qualche lacrima e coltivati con l'amore di amici, fratelli, fidanzata. Il più grande è maturato proprio nel continente che si è portato via la vita del giovane cerbaiolo: l'Africa, precisamente in un orfanotrofio di Kinshasa, Congo. Che oggi si chiama “Casa Dea”. I fondi raccolti durante la serata del 18 maggio 2012 al Teatro Niccolini a San Casciano, organizzata dai “Dea&Friends”, sono stati interamente utilizzati per ristrutturare l'orfanotrofio.
Leonardo Ceccherini è legato a doppio filo a questa storia: “A me l'Africa ha tolto e dato tanto allo stesso tempo”, dice a Il Gazzettino del Chianti. Se le strade del continente nero gli hanno portato via l'affetto del suo più grande amico, gli hanno anche fatto il più bello dei regali. Nel giugno 2012 Leonardo e sua moglie sono tornati dall'orfanotrofio di Kinshasa con tre figli adottivi: Flavienne Viola, Christopher Lorenzo e Jeremie Andrea.
“Con i soldi raccolti quella sera di maggio abbiamo potuto ridipingere le stanze dei bambini e impiantito le stanze”, racconta Leonardo. Ma non è finita qui. A gennaio torneranno in Congo e assieme ad altri genitori adottivi metteranno in piedi un centro sanitario non solo per gli orfani di Casa Dea ma per tutti.
Il progetto esiste già, a mancare sono i soldi: “Per questo da gennaio in poi organizzeremo altre serate per raccogliere fondi”. “Sono sicuro che presto riusciremo a farlo – continua Leonardo – grazie al Dea che ci segue e veglia su di noi tutti i giorni in tutte le nostre azioni”.
È passato solo un anno dalla morte di Andrea Ferri, e la positività che scaturisce dalla sua persona si ingrandisce ogni giorno di più. Domenica 25 novembre alle 11, presso la chiesa di Santa Caterina a Cerbaia, si terrà la Messa in ricordo di Dea. Tutti sono invitati a partecipare.
di Andrea Alfani
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