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venerdì 26 Aprile 2024
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    Per Nadine e Jean-Michel, uccisi dal mostro: nella piazzola degli Scopeti una lapide in memoria

    Il racconto di Francesco Cappelletti, uno degli ideatori dell'iniziativa: "In Francia si sono commossi. Anch'io, leggendo quello che scrivevano gli amici, ho avuto il magone"

    SCOPETI (SAN CASCIANO) – Una lapide in memoria di Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili, i due francesi uccisi dal mostro di Firenze nel settembre del 1985 nella piazzola degli Scopeti, nel comune di San Casciano.

    In quello che fu l’ultimo dei duplici omicidi della serie che, ancora oggi, a distanza di decenni, fa discutere ed è carente di tante risposte. E in alcuni casi anche, purtroppo, di vera giustizia.

    Da qualche giorno è stata posizionata proprio lì, in quella piazzola, a futura memoria. Perché si ricordi. Perché non si dimentichino giovani vite spezzate in modo così barbaro.

    “A Nadine et Jean-Michel qui n’existent plus a la justice qui n’a jamais Ă©tĂ© rendue”: questa la scritta scolpita sulla pietra serena.

    “A Nadine e Jean-Michel, che non ci sono piĂą. Per una giustizia che non è mai stata resa”: questo, piĂą o meno, il significato.

    “Abbiamo fatto una raccolta fondi – racconta Francesco Cappelletti, uno degli ideatori dell’iniziativa – un crowdfunding sul web che in 48 ore ha fatto sì che si raggiungesse l’obiettivo, la cifra che serviva per realizzare la lapide. Segno che la vicenda è ancora molto viva e c’è sensibilitĂ  verso questi poveri ragazzi”.

    Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili, uccisi dal mostro di Firenze nella piazzola degli Scopeti nel settembre 1985

    “E’ brutto morire così – dice Francesco – a 30 anni, senza avere giustizia. Se Jean-Michel e Nadine hanno ancora familiari in Francia? Certo, lei aveva due figlie. Io sono in contatto con Salvatore Maugeri, amico di Jean-Michel: è stato commosso ed emozionato di questa cosa, ci ha ringraziato tanto”.

    “Gli ho inviato le foto della lapide per mail – dice, altrettanto emozionato, Francesco – e lui le ha girate a tutti gli amici. Essendo in copia mi arrivavano tutte le loro risposte: mi sono fermato, per il magone, dopo aver letto la prima”.

    Francesco si è appassionato alla vicenda del mostro di Firenze 13 anni fa: “PiĂą leggevo libri, piĂą andavo avanti, meno capivo. Ero invece abituato a documentarmi e capire. Ho chiesto in Corte d’Assise e d’Appello le sentenze, secondo il presidente non ne avevo diritto, ma sapevo che erano pubbliche anche se non pubblicabili”.

    “Ho così chiamato tutti gli avvocati che hanno seguito la vicenda – ci racconta ancora – e tre o quattro mi hanno accolto. Mi hanno fatto leggere atti e sentenze. Mi sono trovato dentro un mondo da cui, ancora oggi, non sono fuori”.

    # Insieme a Luca Santucci dove il Mostro di Firenze colpì per l’ultima volta

    Fiorentino, con alcuni parenti che vivono proprio agli Scopeti, Francesco Cappelletti ha una speranza.

    “Con l’avvocato Vieri Adriani – ci dice salutandoci – che ha tutelato i diritti e gli interessi dei ragazzi francesi, ci auguriamo di avere una veritĂ  storica diversa da quella processuale. Un po’ piĂą giusta. Un po’ piĂą credibile”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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