SAN CASCIANO – Il profumo inebriante di pane e dolci, appena sfornati, che dal laboratorio di Elettra Ciappi e del marito Gino, si propagava diffusamente in tutto il centro storico di San Casciano, si percepiva da lontano.
Ti veniva incontro all’improvviso, come un regalo inaspettato e inconsapevolmente desiderato. Partiva da quel forno, nel pieno centro del paese, per irradiarsi in tutto il quadrivio del centro storico.
Senza timore lo sentivi bussare al cancello del tuo giardino olfattivo nel tentativo di recapitare una piccola emozione. E, quando capitava, l’unica cosa che potessi fare era decidere di dare una svolta alla giornata, scegliere di seguirne la scia, cedere alla tentazione di fermarsi in negozio, lasciarsi guidare dai sorrisi e dalle proposte di chi stava dietro il balcone e acquistare un pezzo di quella bontà da portare a casa e condividere con i familiari.
Un pezzo di vita, farina e zucchero che sapeva di tante cose, di passione per il proprio lavoro, di sacrifici sostenuti con grande forza e determinazione, di buonumore, di valori autentici tra cui l’amore per il gusto e il rispetto per la tradizione, inteso come ponte di sapori che favorisce e coltiva le relazioni umane.
C’era tutto questo nelle brioches, nella crostata, nei panini, nelle schiacciate, nel pan di spagna di Elettra, scomparsa a 84 anni alla vigilia del Natale scorso.
Per decenni ha addolcito la vita dei sancascianesi: a 84 anni ci ha lasciato Elettra Ciappi
Una donna che senza dubbio ha lasciato il segno in molte cittadine e cittadini.
Come la dottoressa Monica Naldini, conosciuta a San Casciano e Barberino Tavarnelle, comune quest’ultimo di cui è originaria, per la sua professione di medico di base e specialista in Ginecologia, che ha voluto ricordarla a distanza di quasi due mesi dalla morte.
“Tutte le volte il rituale della tappa al Forno Pasticceria Ciappi, che alla qualità delle produzioni artigianali intrecciava la cordialità e la passione della pasticcera, affiancata dal gentilissimo marito, replicava lo stesso copione… che io adoravo”: i ricordi impressi nella memoria di Monica Naldini sono indelebili.
“Ho conosciuto la pasticceria circa venti anni fa – racconta – il pane e i dolci che produceva si contraddistinguevano per la genuinità delle materie prime e le mani d’oro. Il negozio, a due passi da piazza dell’Orologio, era accogliente ma ancora più ospitali erano i proprietari. Elettra e il marito, una coppia straordinaria, che ho imparato ad amare anno dopo anno, da cliente, poi da amica ed… estimatrice”.
“L’ho conosciuta – prosegue il racconto della dottoressa Naldini – attraverso le sue creazioni dolciarie, dei veri e propri capolavori di farina, burro, latte e zucchero. Andavo matta per la pasta frolla e l’impasto del pan di spagna, che aveva qualcosa di speciale, forse la presenza della mandorla, da lei stessa rivelata un giorno…”.
“Si era creata un’incredibile affinità che davanti ad una schiacciata fumante ci faceva incontrare, raccontare, condividere – continua emozionata – E da questa fusione di gusto e amore per la vita che ho iniziato ad appassionarmi anche io, a sperimentarmi in cucina e nella creazione di dolci, una passione che mi ha contagiato dal profondo. E di questo sono grata ad Elettra che, seppur ci abbia lasciati da qualche mese, occupa un posto di primo piano nel mio cuore”.
“Mi parlava spesso delle sue ricette – rivela – in particolar modo dell’amor polenta, della crostata alla marmellata e alla frutta, delle millefoglie. Ci sono persone che prima o poi ti lasciano il segno, lei lo ha fatto. Ee credo fosse ricambiato, al punto da spingersi a farmi una promessa che purtroppo, venendo meno, non poté mantenere”.
“Vedo la passione in te – aveva detto Elettra a Monica – e per questo ti affiderò il mio segreto, la formula che adotto per la realizzazione dell’impasto del dolce alla frutta”.
“Quello scambio sincero, cordiale, umano che fece crescere la nostra amicizia – continua il medico – è il ricordo più bello che conservo di Elettra. Una persona che ho tanto stimato, piena di passione, una cittadina che ha amato il suo lavoro senza mai scendere a compromessi. Una donna forte e piena di virtù”.
“Tutte le volte che preparerò un dolce penserò a lei – conclude – e al suo esemplare approccio alla cultura delle relazioni e all’anima sociale del lavoro”.
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