SAN CASCIANO – E' stato emozionante. Vedere tante persone arrivare da tutto il Chianti (e non solo), nelle strutture della zona sportiva de "La Botte", per ricordare due sancascianesi straordinari.
"Due sindacalisti – ha esordito Marco Mantelli, coordinatore della Camera del Lavoro del Chianti – due persone speciali come Bianca Benelli e Fernando Cubattoli".
Una iniziativa, quella di giovedì 26 giugno, organizzata dalla Cgil nell'ambito del settantesimo anniversario della Liberazione: "Con l'obiettivo di ricordare i loro insegnamenti – ha detto Mantelli – ma sempre guardando al futuro".
Non a caso l'iniziativa, condensata anche in uno splendido librettino realizzato da Felice Bifulco (che ha coordinato tutta la ricerca) è stata intitolata "Io mi ricordo… pensando al futuro".
Presenti, fra gli altri, il segretario della Camera del Lavoro di Firenze Mauro Fuso e il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini.
Particolarmente toccanti (e istruttivi) i due filmati (ve li proporremo nei prossimi giorni sul Gazzettino del Chianti) in cui sono state riproposte delle interviste fatte a Bianca e Fernando (scomparsi lo scorso anno). Nelle loro parole le lotte, l'amore per il sindacato, lo sguardo proiettato sempre avanti.
Parole drammaticamente attuali: "Fare il sindacalista – dice a un tratto Fernando Cubattoli – è un lavoro difficile. Che però si può fare solo quando il lavoro… c'è. Senza lavoro si fa anche poco sindacato".
Ricorrente per entrambi il tema dell'istruzione, sentito come carenza da colmare e come obiettivo per le giovani generazioni.
E poi nelle parole di Bianca le battaglie per il voto alle donne. I nuovi diritti, la civiltà nelle campagne. La centralità del contributo delle lotte politiche e sindacali dei contadini alla crescita dei valori comuni.
Sempre senza fare sconti a nessuno, neanche a se stessi. "Nelle nostre sezioni – dice a un tratto Bianca – talvolta prevaleva il più forte, anche fra noi c'era chi voleva (e aveva) sempre ragione: anche nel sindacato ho trovato persone che avevano pochi meriti per moralità e competenza".
"Fare il sindacalista – sono le sue parole che ci rimangono particolarmente impresse – non è un lavoro qualsiasi, è una missione, è un lavoro di coscienza".
di Matteo Pucci
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