Pasquino Terzo dice che queste sono le sue ultime rime, che poi si ritirerà a "vita privata" senza più addobbare i muri sancascianesi con i suoi versi in rima. Qui ripercorre le ultime settimen di botte e risposte sul Gazzettino fra lui e tanti altri protagonisti che, dopo il Carnevale Medievale, se le sono dette… in rima.
Falagian, ha avuto torto
quel cantore a dirti corto.
Tu sei certo un cavallino
che, allenato per benino,
potrà ben rivaleggiare
coi Pasquini nelle gare.
Due consigli, se permetti,
ti darò ben chiari e netti.
I discorsi un po' forzati
meglio andrebbero pensati.
Per la metrica spedita conta
sempre sulle dita.
Che la rima non sia sorda
e dei verbi il tempo guarda.
Vai avanti Robertone,
hai già fatto un figurone!
Mamma mia, ma quanti errori:
è la sagra degli orrori!
Non bastavano i ragazzi
della Torre a farsi a pezzi,
a sei mani si son messi
per mostrar quanto son fessi!
Forse più che tre briganti
li farei degli ignoranti.
Di Lucignolo fratelli
non son certo menestrelli.
Ma che studi avranno fatto?
Ed un libro avran mai letto?
E se è dubbia la cultura
è più certa la natura.
Ve lo dico, son sicuro:
sono pelli da tamburo.
C'è nel Giglio poi chi teme
di dover scontar le pene
pe' un libello troppo duro
attaccato sopra 'l muro
da un cantore sopraffino
che si fa chiamar di-vino.
Certo dura è la sua rima
ma l'arguzia viene prima.
Si dissocin tutti quanti
dalle teste indipendenti
che gli umor della contrada
han cantato per la strada.
Gazze Aceti e infin Pasquini
non son mandrie di bovini
ma solinghi pensatori
che rimarcano gli errori.
Sono spiriti faceti
rimatori e non poeti.
Hanno indoli salaci
spesso spesso son mordaci,
non son falsi e farisei
come certi amici miei!
E con questo vi saluto,
d'ora innanzi sarò muto.
Pasquino Terzo
di Redazione
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