SAN CASCIANO – Tulkarem, Beit Sahour, Battir, città quest’ultima con la quale San Casciano da sette anni stringe un patto di amicizia.
Sono alcune delle tappe della visita istituzionale in Palestina che fino al 28 maggio impegnerà la vicesindaca di San Casciano, Elisabetta Masti, nell’ambito di percorso di cooperazione internazionale sanitaria, promossi dal 2018 dalla Ausl Toscana Centro, finanziato dalla Regione Toscana, di cui il Comune è partner.
“Stiamo visitando i luoghi dove sono attivi i progetti di cooperazione internazionale sanitaria realizzati dalla Ausl Toscana Centro – spiega la vicesindaca Masti – che riguardano l’organizzazione di ambulatori mobili dotati di equipe mediche specialistiche che si recano nei territori più isolati per supportare le famiglie con difficoltà ad accedere alle strutture sanitarie”.
“L’obiettivo del progetto è quello di garantire il diritto alla salute della popolazione palestinese rafforzando il sistema sanitario locale ed erogando prestazioni – precisa – a favore delle fasce più deboli, in particolare donne e bambini, e delle aree svantaggiate dove si concentrano anche le strutture scolastiche”.
Con la vicesindaca Masti ci sono il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi, l’assessore alle politiche sociali e presidente della Società della Salute Nord Ovest Camilla Sanquerin, Stefano Fusi referente della cooperazione internazionale Asl Toscana centro e Gianni Toma Cospe.
Durante il viaggio la delegazione toscana ha incontrato il sindaco di Tulkarem Riyad Awad, l’amministrazione comunale di Battir, i rappresentanti dell’Associazione Medici dei Diritti umani, i coordinatori degli ambulatori medici e la direzione dell’ospedale pubblico di Qalqilia.
In questa struttura sanitaria è in corso l’attività di formazione organizzata da Palestine Children Relief fund nel settore della neonatologia da parte del personale medico italiano infantile rivolta a ostetriche, infermieri e pediatri.
Il progetto, finanziato e in corso, prevede un intervento integrato a sostegno del diritto alla salute in Palestina, l’assistenza e la formazione per la salute delle donne e dei bambini palestinesi e rifugiati in Cisgiordania e a Gaza l’acquisto di specifica strumentazione sanitaria.
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