SAN CASCIANO – Di storie surreali ne sentiamo raccontare sempre tante. A volte la realtà supera la più sfrenata fantasia. E anche quella che ci racconta un nostro lettore, Franco, non fa eccezione.
"Nel periodo di Natale – ci dice Franco – capita di voler scrivere una lettera o un biglietto a persone care, che in particolare non puoi raggiungere con i mezzi tecnologici. Il problema è nato quando sono andato a comprare i francobolli".
Inizia qui la sua piccola odissea: "I tabaccai di San Casciano ne erano sprovvisti ed ho pensato di non andare alla Posta date le note code (in una delle quali sono rimasto incastrato anch'io il giorno 17 per pagare la Tares giuntami tra l'altro in ritardo). Sono capitato per caso a Tavarnuzze ma anche il tabaccaio in piazza non aveva (con suo rammarico) i francobolli".
La ricerca… prosegue: "Cercando in casa trovo alcuni francobolli per le vecchie tariffe e spedisco una lettere già pronta con affrancatura superiore. Poi mi armo di pazienza e verso le quattordici (ora più tranquilla) vado alla Posta. Aspetto il mio turno poi allo sportello alla richiesta di francobolli da 10 centesimi per l'integrazione, dopo consultazione nel retrobottega con un dirigente mi dicono che non sono disponibili e non ci sono nemmeno quelli da 70 cent".
"E' mai possibile? – si chiede Franco – Mi hanno proposto di portare le lettere al banco per affrancarle elettronicamente ma è questa la grande efficienza? Ho perso la pazienza e ho detto che il servizio di Poste Italiane faceva schifo. Ovviamente ho precisato che la responsabilità era dei piani superiori e non dei presenti impiegati, che per ovvio campanilismo si sono comunque offesi".
"Comunque – conclude – un cartello di avviso alla porta sarebbe stato gradito. E poi invece di cercare di vendere telefonini, libri, automobiline e gadgets vari penso sarebbe più gradito dagli utenti trovare i moduli che servono nella rastrelliera e i buoni vecchi francobolli in vendita. Ma anche questo è forse uno specchio dei tristi tempi in cui viviamo".
di Matteo Pucci
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