SAN CASCIANO – Non tutte le storie calcistiche hanno un lieto fine, e neanche questa lo avrà.
La storia di Gianluca Bertini è la storia di “uno dei tanti che non ce l’hanno fatta” (queste le parole usate dallo stesso Gianluca), la storia di un ragazzo classe 1976 cresciuto nella scuola calcio del Firenze Est e poi passato alla Fiorentina all’età di soli 13 anni.
“Al tempo alla Fiorentina – ci racconta Bertini – non vi era la scuola calcio: l’età minima per poter essere ingaggiato in viola era quindi 13 anni. Posso quindi dire con orgoglio di aver vestito tutte le maglie del settore giovanile viola, dai Giovanissimi B fino alla Primavera.”
Attaccante rapido e dotato di una impressionante facilità nel saltare l’uomo, Gianluca riesce a ritagliarsi un ampio spazio da titolare stagione dopo stagione.
Uno dei ricordi più emozionanti ricollegati alla sua esperienza nel settore giovanile viola resta però quello ricollegato ad un torneo primaverile disputato a Ferrara per la categoria Allievi Nazionali.
“Dovevamo affrontare il Parma – ricorda Bertini – e prima della gara il mio compagno di squadra Vigiani continuava a parlare del portiere avversario, un ragazzo del ’78 che aveva avuto modo di conoscere in Nazionale Under 17. Ci parlava di questo portiere come un vero e proprio mostro, un fenomeno, un predestinato: il suo nome era Gianluigi Buffon”.
Gianluca e compagni sono ignari del fatto che il ragazzo che si trovano a fronteggiare diverrà poi negli anni il portiere più forte al mondo. Quella partita sarà vinta dalla Fiorentina per 2-0 e Bertini avrà anche il piacere di segnare.
“Su un pallone lanciato in profondità – racconta Bertini – colsi la difesa avversaria impreparata e fu così che mi trovai solo, a tu per tu col portiere. Essendo in corsa, riuscii a spostarmi la palla a lato superando Buffon e ad appoggiare così il pallone in rete. Col senno di poi mi ritengo fortunato ad aver avuto l’occasione di affrontare ed addirittura segnare ad un mostro sacro del calcio come Gianluigi.”
In totale le stagioni disputate da Bertini con la maglia viola saranno sei, ma quella più importante resta la stagione 1994/95.
“In quell’anno disputai il campionato Primavera – afferma Bertini – ed ebbi l’onore di disputare da titolare anche la prima delle due finali del Torneo di Viareggio contro il Torino. Quel giorno purtroppo la mia prestazione non fu delle migliori: pareggiammo 1-1 ma nella seconda finale (poi persa ai calci di rigore) Mister Chiarugi mi tenne in panchina per far spazio al talento di Flachi, sceso per quell’occasione dalla prima squadra.”
La delusione per il mancato trofeo sollevato passa però in fretta poiché sul finale di stagione Bertini, forte delle ottime prestazioni con la sua Primavera, viene aggregato alla prima squadra di Ranieri, Batistuta e Rui Costa.
“Per un mese – continua Bertini – ho avuto la grandissima opportunità di allenarmi e trascorrere del tempo con dei veri campioni. Nel maggio del ’95 fui anche chiamato tra i convocati per Fiorentina – Torino (quindicesima giornata del girone di ritorno di Serie A) ma, terminata la riunione tecnica prima della gara, fui mandato in tribuna e per poco non rientrai nei primi 18”.
Da lì una serie di gravi infortuni e di scelte prese in modo forse un po’ troppo affrettato, hanno portato Bertini ad allontanarsi dal calcio professionistico prima del previsto.
Nei dilettanti però Gianluca avrà modo di togliersi diverse soddisfazioni dividendosi tra la Serie D e l’Eccellenza vestendo le maglie di Rondinella, Barberino del Mugello e Castelfiorentino (citandone solo alcune).
“Del periodo trascorso alla Fiorentina – conclude Bertini – ricorderò per sempre la professionalità e la gentilezza di mister Ranieri, il tiro impressionante di Batistuta e la strabiliante forza fisica di Marcio Santos: una volta ebbi il piacere di fare un contrasto spalla a spalla con lui, e non fu proprio una bellissima esperienza.”
Ad oggi Gianluca non ha ancora abbandonato la sua passione per il calcio, e dopo aver conseguito il patentino Uefa B è diventato allenatore.
di Duccio Becattini
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