IMPRUNETA – Sono passati ormai dieci giorni dalla vittoria elettorale di lunedì 27 maggio, e il neo sindaco di Impruneta Alessio Calamandrei non ha ancora comunicato la sua giunta.
Una riflessione ovviamente figlia della delicatezza della decisione, che richiede adeguati approfondimenti. In cui si cerca sempre di non lasciare niente al caso, scegliendo le persone giuste e mettendole al posto giusto.
Ma, probabilmente, i tempi si sono allungati anche in seguito all'esito del risultato delle elezioni: che se è vero che hanno consacrato Calamandrei sindaco di Impruneta con una percentuale superiore al 42%, hanno anche visto (come nel resto dei Comuni italiani) una bassissima affluenza alle urne.
In pratica, facendo due conti, Calamandrei è diventato sindaco con un quarto degli aventi diritto al voto a Impruneta. Dall'altro lato, se a Tavarnuzze il candidato del Pd ha stravinto in tutte le sezioni, è altrettanto vero che per la prima volta il Partito demomcratico è stato battuto in tutte nelle sezioni di Impruneta capoluogo.
Un qualcosa di mai visto, che ha avuto ovviamente l'artefice in Riccardo Lazzerini (in foto assieme a Calamandrei) e nella sua lista Il Coraggio di Cambiare. E se questi giorni d'attesa e queste accurate riflessioni portassero con loro anche la volontà di riaprire un discorso a sinistra bruscamente chiuso da una parte del Pd (non Calamandrei) che non ha voluto una coalizione con Sel?
E' chiaro che una apertura del neo sindaco a Il Coraggio di Cambiare spariglierebbe le carte in tavola: innalzerebbe il consenso della sua leadership, "pacificherebbe" tutto un settore (quello della sinistra imprunetina) in subbuglio da mesi (e pronto a fare le barricate in consiglio comunale), gli consentirebbe maggiori margini di manovra.
Di contro c'è tutta una consistente parte del Pd imprunetino, che non ha sostenuto Calamandrei durante le primarie vinte contro Marco Pistolesi. E che non ha voluto l'accordo con Sel, motivando la scelta per le posizioni prese dallo stesso Lazzerini sul piano interprovinciale dei rifiuti. E che sarebbe ovviamente choccata di fronte a un'ipotesi del genere.
Ma, si sa, le urne spesso stravolgono i piani: non a caso abbiamo un governo nazionale formato da Pd e Pdl… .
di Matteo Pucci
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