Stamattina mi sistemo al tavolino del bar con un buon caffè, piena di buoni propositi e fiduciosa su tutto. Prendo il mio telefono e già pregusto il piacere di leggere Il Gazzettino del Chianti.
Immaginate la faccia sbigottita che ho fatto quando mi sono imbattuta nell’articolo che valutava negativamente i centri estivi organizzati dal comune di Greve.
Stiamo scherzando? In un momento in cui più o meno niente ha funzionato, e qui si sprecano ambiti e personalità che potrebbero essere menzionati, si trova diciamo pure la fantasia di denigrare i centri estivi del comune di Greve?
Cioè una specie di miracolo organizzativo che coniuga bellezza dei luoghi, sicurezza e qualità del personale non accontenta?
Dove è la falla? Hanno scritto che i centri in questione hanno rappresentato un percorso ad ostacoli?
Io sono una normale donna con una figlia e l’ho iscritta ad un centro estivo grevigiano andando sul sito del comune. Ho cliccato, compilato, pagato ed inviato.
Azioni che si compiono in ogni luogo del pianeta per portare a termine qualsiasi intenzione o volontà. Non so perché possa sembrare un percorso ad ostacoli.
E fin qui si parla di modalità di iscrizione. Ora affrontiamo il nocciolo, e la domanda diretta è: “la proposta dei centri funziona, risponde alle esigenze dei bambini e delle famiglie?”.
Personalmente, e credo di non essere la sola, ho trovato un piccolo paradiso per mia figlia che ha potuto godere di un ambiente sicuro e bellissimo all’ interno di un agriturismo.
Il personale qualificato e attento al divertimento costruttivo ha completato il quadro. Hanno proposto hip hop, yoga,teatro, passeggiate, visite ai cavalli e puro svago all’aria aperta.
Oltretutto il costo è rimasto immutato rispetto a quello degli altri anni. In conclusione, quando le cose funzionano va detto a voce alta che funzionano.
Ringrazio per l’attenzione e la disponibilità.
Lisa Gonnelli
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