GREVE IN CHIANTI – “Dopo la disgraziata fine dell’anno scolastico, vissuto nell’assoluta incertezza dal 5 marzo in poi, per i ragazzi grevigiani anche i centri estivi sono davvero un percorso ad ostacoli”.
A dirlo sono Simone Secchi e Fabio Baldi, consiglieri comunali di opposizione del gruppo Viva-Cittadini per Greve in Chianti.
Il motivo: “Lo abbiamo capito – proseguono – durante la Commissione scuola del consiglio comunale, chiesta il 25 maggio e riunitasi il 18 Giugno: il 25 giugno in consiglio comunale sarà istituita una speciale, chiesta da noi per coinvolgere genitori, insegnanti, forze politiche ed associazioni in un’azione di sostegno al mondo scolastico che ci è parso abbandonato durante il periodo di chiusura dovuto alla pandemia”.
“Abbiamo chiesto come ci si preparava al nuovo anno scolastico – accusano – e ci è stato risposto che è tutto a posto, tutte le aule sono state rimbiancate. Forse c’erano problemi più gravi per edifici scolastici che hanno molti anni. Cercheremo di approfondirlo durante i lavori della Commissione che sarà istituita il 25 giugno”.
“Ma la perla – rilanciano – l’abbiamo avuta sui centri estivi che ogni anno vengono istituiti in questo periodo per consentire alle famiglie di tenere i propri figli in un luogo sicuro e produttivo. Il Comune era partito bene con l’idea di coinvolgere gli agriturismi ma durante la Commissione non abbiamo capito quali sono quelli coinvolti, come sono stati selezionati, quali servizi offrano”.
“L’assessore Maria Grazia Esposito – dicono ancora – ci ha detto che i ragazzi iscritti per la prima settimana sono solo 25 a Greve in Chianti, divisi in una serie di associazioni, selezionate con un bando pubblicato per quattro giorni: 21 bambini alla parrocchia di Strada, 21 al Chianti Nord, alcuni a Botti”.
“Alla precisa domanda se al Comune erano arrivati i soldi promessi da Regione e Governo – ribadiscono – ci è stato risposto che forse erano arrivati 7.000 euro dalla Regione ma niente si sapeva di eventuali soldi provenienti dallo Stato. Ed invece dallo Stato stanno arrivando (sembra 32.000 euro) e sono già arrivati appunto 7.000 euro dalla Regione Toscana. Quasi quarantamila euro per un servizio che dovrebbe costare alle famiglie in tutto al massimo circa 70.000 euro, se tutte le 9 settimane previste saranno occupate a pieno regime. Un bel contributo che dovrebbe alleviare di molto i costi di un servizio essenziale per le famiglie che hanno ripreso il lavoro”.
“Come saranno distribuiti questi soldi? – domandano – Alle Associazioni? Alle famiglie? A pioggia? Secondo i criteri Isee? Nulla ci è stato detto e questo chiederemo con insistenza.
E poi arriveranno i bonus per l’iscrizione ai centri estivi, decisi dal Governo e pubblicizzati da giornali on line ma non dal Comune. Si può già fare domanda: chiediamo che gli uffici comunali si attrezzino per assistere i genitori, per informare su come si fanno le domande. Insomma, il lockdown è finito; diamoci una mossa”.
“Anche perché – dubitano – se questo è l’inizio del rapporto del Comune con i ragazzi e gli studenti, nella Fase 3 post Covid ci domandiamo come saranno affrontati i problemi ben più complessi ed importanti della ripresa scolastica quando secondo noi non può bastare una rimbiancatina fatta dagli autisti degli scuolabus ad attrezzare la scuola ad una fase così difficile e forse neanche breve di emergenza”.
“Certo – concludono – le scuole a Greve in Chianti ormai sono molto vuote per la denatalità, per lo scarso appeal che porta tanti nostri concittadini a preferire scuole dei comuni limitrofi, ma da questa vicenda drammatica la scuola grevigiana non deve uscire definitivamente morta, ma rinata a nuova vita visto il territorio che abbiamo intorno. Di questo chiederremo conto oggi 25 giugno in consiglio comunale insistendo perché nella discussione attraverso la commissione speciale siano coinvolti tutti gli attori davvero interessati al futuro della scuola”.
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