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sabato 13 Settembre 2025
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    Strada in Chianti, la Croce Rossa e il “Mec”: storia e ricordi di un uomo che amava il volontariato

    Massimo Mecarozzi si è spento oltre un mese fa. Insieme alla figlia Francesca e a Elda, della CRI stradese, ne ripercorriamo la storia. Che è fatta di dedizione, aiuto al prossimo, modestia

    STRADA (GREVE IN CHIANTI) – E’ passato oltre un mese da quel 7 gennaio, quando ci ha lasciato Massimo Mecarozzi, soprannominato dai volontari della Croce Rossa di Strada in Chianti, la sua seconda “casa”, semplicemente “Mec”.

    Le figlie Emanuela e Francesca ed i volontari della CRI stradese vogliono tracciarne un ricordo. Perché il maggior numero di persone sappiano chi era… “Mec”.

    E’ con Francesca, una delle figlie, che ne ripercorriamo la strada, una vita costellata di gentilezza e bei ricordi.

    “Il babbo è nato nel 1937, nel comune di Montepulciano – comincia – Da lì a Firenze, dove ha conosciuto il mondo del volontariato, nella Misericordia di piazza del Duomo. Per la quale ha sempre prestato servizio fino a 76 anni circa”.

    “Negli anni ’80 – prosegue – ci siamo trasferiti a Strada in Chianti, facendo di questo paese la nostra casa. Grazie all’amico Domenico Bonafè, iniziò a prestare servizio anche alla Croce Rossa, poi si impegnò per la Fiera del paese e offrì il suo aiuto anche alla chiesa di San Cristoforo. In questo modo è entrato nell’animo del paese, diventando amico di molti. Ricordo su tutti, oltre a Bonafè, Modesto e Gino“.

    “Era un padre dolce e gentile – l’emozione che si fa sentire nel tono della voce – quando tornava da lavoro trovava sempre del tempo per giocare con me e mia sorella. Ha mandato soldi per le missioni in Africa, ha tenuto la corrispondenza con una donna chiusa in carcere. Mi ricordo le serate con gli amici, i battibecchi con Domenico, tipici dell’amicizia vera”.

    “Un segno distintivo del suo carattere – ricorda ancora Francesca – era di cercare di stare sempre vicino agli amici nei momenti di difficoltà. Perché sapeva quanto era importante l’amicizia, e che un piccolo aiuto, o la semplice la presenza fisica, potevano essere accortezze importantissime in determinate situazioni”.

    “Adorava i datteri – conclude Francesca – nonostante la sua glicemia glielo sconsigliasse ci diceva: “C’ho ottant’anni, lasciatemi godere di qualcosa!”. Elda, della Croce Rossa, gli aveva mandato una cestina per Natale piena di arance, mele e anche qualche dattero da mangiare con parsimonia… . Chissà se li avrà mangiati”.

    Era in riabilitazione a Villa Le Terme, dove si è spento, e i familiari a causa del Covid non potevano raggiungerlo.

    Per la Croce Rossa in molti avrebbero potuto ricordare Massimo. Ne abbiamo parlato con Elda: “Tutti lo descriverebbero come una persona gentile, seria e determinata. In Croce Rossa era sempre disponibile a svolgere quelle mansioni che nessun altro voleva fare, perché noiose e poco appassionanti, ma che vanno fatte”.

    “Era un uomo a cui non piaceva stare davanti ai riflettori – prosegue – ma che era importantissimo per chi ci doveva stare. Da quando si è trasferito a Strada in Chianti ha prestato servizio, e quando gli è stato chiesto di assumersi delle responsabilità non si è mai tirato indietro. Anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno. E’ stato circa 10 anni presidente, commissario ed ispettore volontari del soccorso (Vds)”.

    “E’ stato attivo e presente in tutto il passaggio della Croce Rossa – ci racconta ancora Elda – dalle diverse sedi, al cambiamento epocale da associazione para-statale e privata. Qualunque mercatino o fiera di beneficenza venisse organizzato, lui c’era. Prima per sistemare e subito dopo a donare denaro per oggetti, che sicuramente non gli servivano e che avrebbe riportato per la fiera successiva. Da tutti era chiamato il “Mec”, sempre con la sua divisa, giacca e cravatta. Impeccabile”.

    “Se la Croce Rossa esiste ancora – conclude Elda – ed ha svolto un ruolo importantissimo per il territorio ed i suoi cittadini, è sicuramente anche merito di Massimo. Ci lascia in eredità tanti bei ricordi ed il suo modo di approcciarsi alla vita. Sempre disponibile, gentile. E convinto che chi facesse del bene lo dovesse fare senza farlo sapere”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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