BARBERINO TAVARNELLE – Esattamente una settimana fa, all’età di 75 anni, se n’è andato all’improvviso un pezzo di storia della scuola di Tavarnelle: la maestra Grazia Graziani.
Imponente sia nel fisico che – all’apparenza – nel temperamento, suscitava spesso una sensazione di timore.
Ma dietro a questa facciata austera, che probabilmente era – come spesso accade – una corazza, si celava in realtà una donna dolce e generosa.
Una donna che amava la storia, l’arte e la musica. Che adorava conversare e trascorrere il tempo libero con le persone a lei care. Che, quando poteva, si regalava dei viaggi: il più bello fra tutti (diceva lei) quello in Islanda. E che non nascondeva di essere una… buongustaia.
La famiglia di Grazia, che non si era sposata e non aveva avuto figli, erano i nipoti Paola e Federico Frosali: per loro era, oltre che un punto di riferimento, una compagna di giochi.
Sempre presente anche quando – ormai grandi – si erano creati una loro famiglia, regalandole cinque bisnipoti, che amava tanto quanto i nipoti.
E poi la sua vita erano i suoi allievi. Lavorava con immensa passione, dedicando anima e corpo ai bambini, trasmettendo loro disciplina e valori, impegnandosi al massimo a dotarli di una solida preparazione, contribuendo – in quanto referente – al corretto funzionamento del plesso.
E’ proprio a scuola che ha creato dei legami indissolubili. In primis con gli allievi, con cui le piaceva mantenere un rapporto anche quando erano cresciuti: di tutti sapeva che cosa avevano studiato oppure quale lavoro facevano.
Poi con i colleghi: l’ex maestra Gina Vella, con la quale ha creato un incastro perfetto per un quarto di secolo; l’ex dirigente scolastico Fiorenzo Li Volti, per il quale era, oltre che una sorta di braccio destro, un’amica con cui scambiare idee e condividere pranzi in allegria; Paola Catoni, che da Grazia ha “ereditato” l’incarico di fiduciaria; e, in generale, tutti gli insegnanti dell’istituto che per una vita è stata la sua casa.
Abbiamo raccolto tanti ricordi. Che tracciano il profilo di una donna che lascia un’eredità tangibile in chi l’ha conosciuta.
PAOLA E FEDERICO FROSALI
“La zia – a parlare sono i nipoti Paola e Federico, a cui Grazia era legatissima – era originaria della Versilia. Si trasferì a Tavarnelle per seguire quella che all’epoca era la sua famiglia, cioè sua sorella Angela, nostra madre”.
Più grande di Grazia, Angela era insegnante. E, in occasione di una supplenza a Tavarnelle, aveva conosciuto “Cencio”, che in paese gestiva la Locanda del Chianti, albergo e ristorante di fronte alla cappella di Sant’Anna.
“Studiò Lettere e Filosofia all’università di Firenze: era specializzata in storia medievale – riprendono Paola e Federico – Poi per motivi personali interruppe gli studi ed incominciò anche lei a fare delle supplenze”.
“Avendo tredici anni in meno rispetto alla nostra mamma ed essendo sempre stata molto giovane di testa – dicono – più che una zia era per noi come una sorella maggiore. Ci portava spesso al cinema: insieme abbiamo visto Grease e tutta la saga di Guerre stellari”.
“Aveva sempre delle amorevoli attenzioni nei nostri confronti – sorridono al ricordo – le piaceva farci regali, prepararci torte particolari per il compleanno. E lo stesso faceva con i nostri figli: voleva essere informata su come andava il compito in classe o l’esame all’università”.
“Il suo non era un carattere remissivo: era decisa – così i nipoti ricordano una zia indimenticabile – Ma anche molto disponibile e affettuosa. Intelligente, di grande cultura, sapeva parlare di tutti gli argomenti”.
MONICA CAVALIERI
“Cara maestra, grazie di tutto – commenta sui social Monica Cavalieri, allieva di Grazia dal 1986 al 1990 – Grazie di averci dato le basi, quelle solide, per affrontare la vita. Grazie per la dedizione, l’amore verso ciascuno di noi, la passione per l’insegnamento”.
“Ho avuto il privilegio di avere la maestra unica – prosegue – Unica in tutte le accezioni possibili: dall’essere l’insegnante che da sola ci ha cresciuti ed educati per tutti e cinque gli anni della scuola primaria all’essere unica perché esemplare nell’attenzione quotidiana ai “propri” bambini”.
“Non eri una maestra, eri la maestra Grazia Graziani – Monica si rivolge direttamente alla sua insegnante del cuore – Chi passava da te non rimaneva indietro e aveva gli strumenti per guardare sempre avanti. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, maestra”.
GINA VELLA
“Ho lavorato con la Grazia per ben venticinque anni – la parola passa all’ex maestra Gina Vella, collega e grande amica, in contatto fino (letteralmente) all’ultimo giorno – E’ stato un viaggio lungo e avventuroso, ma estremamente piacevole, fatto di cultura e lavoro fatto bene”.
Sempre nel modulo, le due maestre hanno condiviso ben cinque cicli: cinque classi diverse, “portate” dalla prima alla quinta elementare.
Grazia insegnava italiano, storia e religione, Gina matematica, scienze e geografia.
L’inizio non è stato idilliaco: “Quando la direttrice Torta mi assegnò la cattedra con la maestra Grazia, passai i primi due giorni a piangere: successivamente gliel’ho raccontato, ci dicevamo tutto, e ci abbiamo scherzato sopra”.
Ma ben presto si è creata una sintonia straordinaria: “Una volta conosciuta, la capii ed incominciai ad apprezzarla. Sono cresciuta tanto con lei: all’epoca ero giovane e lei mi accolse sotto la sua ala, mi sentivo al sicuro con lei. Avevamo due ruoli diversi, ma complementari”.
“Oltre al lavoro in classe, insieme abbiamo fatto delle cose grandiose – si commuove Gina – Portavamo spesso i bambini a fare delle visite ai musei di Firenze. Negli anni Novanta andammo in gita a Roma, a Napoli e Pompei: era una cosa straordinaria per quei tempi”.
“La Grazia amava la buona scuola – continua – Non faceva niente a caso. Dedicava tanto tempo alla ricerca delle letture e dava il massimo per far sì che tutti gli alunni raggiungessero gli obiettivi. Trasmetteva il sapere con la “s” maiuscola, era grande nella dialettica”.
“Sembrava burbera: appariva in una veste rigida, che intimoriva i ragazzi – chi l’ha incontrata a scuola sa che era proprio così – Ma in realtà dietro a questa severità si celava una tenerezza nei confronti degli allievi tale che faceva commuovere”.
“Per di più – aggiunge – conoscendola, scoprivi che era una donna sorridente, che amava la conversazione. E che era allegra e spassosa: capitava che agli alunni raccontasse delle barzellette per allentare la tensione della scuola”.
“Tra noi c’era una grandissima stima reciproca – va avanti – Il nostro era un rapporto leale e sincero: io le raccontavo le mie perplessità, le mie problematiche, e lei le sue. Mi coinvolgeva in tutto: mi leggeva un testo significativo di un bambino oppure uno con tanti errori e quando c’era il momento della lettura gongolava e ci teneva che assistessi”.
Rapporto che da lavorativo è ben presto diventato anche personale: “Faceva parte della mia famiglia: veniva a cena da noi, andavamo in vacanza insieme, non si dimenticava mai di un compleanno”.
“La Grazia era una maestra d’altri tempi, ma al contempo moderna, attenta alle sollecitazioni del mondo esterno – di nuovo, la voce di Gina si rompe – Aveva dei difetti, come li abbiamo tutti, ma io non li vedevo. Ci sono stata venticinque anni fianco a fianco, perché ci stavo bene”.
FIORENZO LI VOLTI
“Sul piano professionale Grazia era una profonda conoscitrice delle materie che insegnava, l’area umanistica – a parlare è Fiorenzo Li Volti, dirigente per circa dieci anni dell’Istituto Comprensivo Don Milani – Ha scritto anche un libro di testo per la scuola primaria, se non sbaglio, sulla grammatica”.
“Grazia era un punto di riferimento per le sue colleghe – prosegue – E’ stata per molti anni referente di plesso e ha svolto questo ruolo sempre con grande dedizione e scrupolosità”.
“Sul piano umano era una persona schietta e leale, dall’aspetto un po’ burbero – aggiunge – ma che si scioglieva in un ampio sorriso quando sentiva di potersi fidare di chi aveva di fronte”.
“Al mio arrivo all’Istituto Comprensivo di Tavarnelle, mi chiese subito un incontro – ricorda, sorridendo, Li Volti – Voleva “misurarmi”, capire se ero una persona affidabile, che teneva alla scuola. Ed immediatamente nacque un’ottima intesa professionale e poi l’amicizia, che è continuata anche dopo il suo pensionamento e il mio trasferimento a Certaldo”.
PAOLA CATONI
“Abbiamo dato l’ultimo saluto a Grazia Graziani – l’Istituto Comprensivo di Barberino Tavarnelle si unisce alle parole dell’insegnante Paola Catoni, condividendole sulla propria pagina Facebook – una maestra storica che ha dedicato gran parte della sua vita alla scuola del nostro territorio”.
“Se n’è andata quasi silenziosamente – si legge – tanto che noi colleghi siamo rimasti molto colpiti. Non ce lo aspettavamo, forse speravamo in un qualche preavviso. Così non è stato e da un momento all’altro abbiamo appreso la notizia della sua “partenza””.
“Di Grazia potremmo dire tante cose – scrive Paola – Non si dedicava solo all’amatissima professione. Era anche molto attiva nella comunità: si impegnava in parrocchia, in politica. La conoscevano tutti, sebbene non avesse origini tavarnelline”.
“L’insegnamento, i ragazzi, tutto ciò che ruotava intorno alla scuola era il suo mondo – prosegue – Preparata e competente, sapeva trasmettere ai suoi allievi ottimi strumenti e passione per lo studio”.
“Per anni – scrive ancora – ha fatto parte dello staff dirigenziale dell’istituto, spendendo tante energie per il buon funzionamento interno. Della nostra scuola primaria è stata la referente storica, la fiduciaria per eccellenza, fino a quando ha potuto”.
“Ereditai il suo incarico nel momento in cui, per motivi di salute, dovette assentarsi – Paola condivide un ricordo personale – “Solo temporaneamente, finché non torna la Grazia”, mi rassicurò il prof. Li Volti, preside di allora. Accettai, anche se quell’eredità mi parve tanto gravosa. Era difficile anche solo avvicinarsi alle capacità e alla competenza di Grazia”.
“Ma lei stessa – ricorda – mi incoraggiò con parole di fiducia e questo fu lo sprone con il quale iniziai e portai avanti quell’impegno per ben otto anni. Grazia, purtroppo, non ritornò e poco dopo andò in pensione. Per me e per altre colleghe coetanee è stata un pilastro, un punto di riferimento dal quale attingere per il nostro essere insegnanti, anzi maestre. Per tutti coloro che l’hanno potuta apprezzare e amare resterà per sempre la cara e indimenticabile maestra Grazia”.
Così Paola Catoni dà il suo ultimo saluto alla maestra Grazia Graziani, che – siamo certi – continuerà a vivere nelle aule dell’Istituto Don Milani, nelle lezioni di storia, nei testi da correggere, nelle difficoltà di un bambino superate grazie alla presenza e all’aiuto dell’insegnante.
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