SAN PANCRAZIO (SAN CASCIANO) – Tanti i volontari che hanno partecipato, sabato 29 aprile, all’iniziativa “Pulizia bosco di San Pancrazio”.
Qui, nell’arco della mattinata, sono riusciti a rimuovere una gran quantitĂ di rifiuti: ben 600 kg. In un percorso di pulizia del territorio inserito nell’ambito del progetto del comune di San Casciano “plastic free”.
Tutto questo grazie alla collaborazione fra la parrocchia di San Pancrazio, il Comune di San Casciano, La Racchetta San Casciano, Plastic Free, Consulta dei Giovani, Avis, Tenuta Maryamado, carabinieri forestali.
Prima di dare il via alla pulizia il luogotenente comandante della Stazione carabinieri forestali di San Casciano, insieme ai suoi uomini, ha indicato le misure di sicurezza per la raccolta.
Ovvero essere muniti di guanti, scarponi, mascherina in caso del rinvenimento di materiale di dubbia composizione. E di procedere alla differenzazione di materiali in plastica, vetro, ferro.
L’assessore all’ambiente del Comune di San Casciano, Ferdinando Maida, ha distribuito i sacchi per la raccolta. Per poi dare il via, alla presenza del sindaco Roberto Ciappi.
Ha partecipato anche Maryam Khashoggi, della Tenuta Maryamado: insieme ai suoi uomini non solo si è prestato a raccogliere i vari materiali abbandonati, ma ha messo a disposizione un furgoncino per il trasporto dal bosco al piazzale. Ed ha anche offerto un ottimo pranzo a tutti i volontari.
Raggiunto il boschetto sotto ai vecchi lavatoi, tutti si sono messi al lavoro.
Indispensabile la presenza dei volontari de La Racchetta, per la loro esperienza e la messa a disposizione di un fuoristrada con carrello, per il trasporto del materiale su un sentiero impervio.
Così come un privato ha messo a disposizione un quad, anche questo utile per portare via il materiale, stoccato successivamente sul piazzale della Pieve per poi essere rimosso da Alia.
Tanti gli oggetti curiosi rinvenuti: tra questi vecchi vasi da notte per adulti e bambini, parti di cucina economica, bottiglie di ogni genere, una bombola del gas, bidoni in ferro, una caldaia, pezzi di vecchi contenitori di proiettili della seconda guerra mondiale (vuoti).
Tante bottiglie di vetro e vecchie scarpe, tubi in eternit, un’ampollina per olio e aceto degli anni ’60, una pila “Lucciola”. E un vecchio “carièllo”, ovvero un coperchio con manico che andava a coprire la buca di quello che un tempo era il bagno.Â
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