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venerdì 4 Luglio 2025
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    L’1 luglio a San Casciano è una data impossibile da scordare: cinque anni fa la scomparsa di Lorenzo Ermini

    Un incidente in mountain bike nel bosco degli Scopeti lo strappava ai suoi familiari, agli affetti più cari. Queste poche righe per testimoniare che di Lorenzo c'è (e ci sarà) memoria, traccia, ricordo

    SAN CASCIANO – L’1 luglio per San Casciano e per i sancascianesi è una data impossibile da scordare.

    Lo è anche per noi della redazione del Gazzettino del Chianti. Chiamati, purtroppo, a dare anche le cattive, talvolta terribili, notizie.

    E quando avviene, vista la nostra presenza quotidiana nelle comunità che raccontiamo (e nelle quali noi stessi viviamo), sono notizie che molto spesso riguardano anche persone che conosciamo, più o meno direttamente. 

    Quell’1 luglio del 2019 non lo dimentichiamo certo. Quel giorno nel quale un incidente in mountain bike, nel bosco degli Scopeti, ha strappato alla vita Lorenzo Ermini. Aveva 30 anni.

    Sono passati cinque anni. In mezzo ci sono stati anche quelli del Covid. Sembra una vita fa. Ma quando stamani abbiamo visto la data e fatto mente locale, sembra ieri.

    Queste poche righe, al di là di un dolore destinato a rimanere per sempre, speriamo che siano di conforto in primis ai familiari; e rappresentino la testimonianza di una memoria che è viva e presente.

    Che dicano che Lorenzo non viene (e non verrà) dimenticato.

    Alla sua memoria, il primo dicembre di quello stesso anno, la Coldiretti (dove lavorava come impiegato) dedicò la nuova sede di San Casciano.

    O Signore – era scritto in un messaggio che l’associazione degli agricoltori lesse quel giorno, durante la Messa – noi oggi ti preghiamo per Lorenzo, che hai voluto vicino a te troppo presto. Ti ringraziamo per avercelo fatto conoscere, per averci donato il suo sorriso, la gentilezza e la sua grande disponibilità.

    Ti ringraziamo – era ancora scritto – per averci fatto apprezzare la sua grande professionalità. Ti preghiamo perché nel suo esempio noi possiamo continuare a fare il nostro lavoro con la stessa gioia e la sua stessa dedizione. Amen”.

    Poche righe, queste che scriviamo cinque anni dopo, ancora in un lunedì, che vogliono essere una piccola testimonianza.

    Quella che un figlio delle nostre comunità, strappato ai suoi cari e ai suoi affetti da un destino crudele, è ben impresso nella nostra memoria. E lo rimarrà per sempre.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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