BAGNO A RIPOLI – “Abbiamo detto che volevamo far festa, festeggiare il costituirci in associazione, perché siamo diventati di più, dopo le scorse elezioni, ed abbiamo bisogno di uno spazio in cui raccoglierci tutte e tutti e rafforzare la nostra voce per Bagno a Ripoli. E lo facciamo a modo nostro, con una serie di incontri comunitari, dove poter dire ciò che siamo e cosa desideriamo”.
Lo dice Per Una Cittadinanza Attiva, che comincia venerdì 16 maggio, con la proiezione del docu-film “Come se non ci fosse un domani”, che racconta le storie di alcuni giovani di Ultima generazione, il gruppo di attiviste/i per il clima che, con le proprie azioni di disobbedienza civile non violenta, ha attirato molto l’attenzione pubblica.
“E’ anche grazie ad azioni come quelle e poi ai movimenti dei giovani fin dal 2019 – dicono da CA – che si è cominciato a parlare di cambiamento climatico: sono state le giovani generazioni a porre l’attenzione sul diritto al futuro, sul diritto a continuare a vivere su questo pianeta”.
“La responsabilità di garantirlo adesso tocca a noi – rilanciano – E non potrà esserci futuro se si continuano a devastare le comunità e l’ambiente con le guerre, se il warfare prende il posto del welfare”.
“Per questo – proseguono – il secondo appuntamento della nostra festa sarà dedicato alla pace, lunedì 19 maggio. Beniamino Deidda dialogherà con padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte ed Elena Basile, ex ambasciatrice e analista di politica internazionale, firma del Fatto Quotidiano“.
“Insieme a loro – sottolineano – vorremmo parlare delle contraddizioni di un mondo che va verso il riarmo, delle distorsioni nell’idea che la sicurezza si ottenga preparandosi alla guerra, delle conseguenze sociali a cui stiamo andando incontro. Tutto questo negli scenari del conflitto in Ucraina e del genocidio a Gaza”.
“Questi momenti – ricordano in conclusione da Cittadinanza Attiva – sono aperti a tutti coloro che non si rassegnano allo stato delle cose, che hanno voglia di resistere con l’idea che ci sia un futuro comune, un progetto e visione alternativi, dove il cambiamento climatico si contrasta nel concreto con l’attenzione alla riproducibilità delle risorse e dove la pace si costruisce tessendo nuovi rapporti fra le persone, le culture, gli Stati”.
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