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giovedì 11 Settembre 2025
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    Il centrodestra grevigiano (Per il cambiamento) risponde e attacca il Pd sui tagli agli enti locali

    I consiglieri Abate e Cuscito: "È paradossale che proprio chi ha generato il problema oggi si proponga come paladino delle autonomie locali"

    GREVE IN CHIANTI – “I numeri parlano chiaro: negli ultimi trent’anni l’Italia ha avuto 13 governi di centrosinistra, da Ciampi a Prodi, da Amato fino ai più recenti Renzi, Gentiloni e Conte II. I governi di centrodestra, invece, sono stati solo 5, mai continuativi. E in quei decenni chi era alla guida ha messo pesantemente mano ai bilanci degli enti locali come confermato dalla stessa ANCI nel corso dell’audizione nelle commissione congiunte di bilancio di Camera e Senato “Ddl Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027″ dello scorso 5 novembre”.

    A dirlo sono i consiglieri comunali di centrodestra (gruppo Per il Cambiamento) Roberto Abate e Vito Andrea Cuscito.

    Che elencano: “Oltre 8 miliardi di euro di tagli durante il governo Monti (2011–2013), sostenuto dal Partito democratico; 6 miliardi di ulteriori tagli nei successivi governi Letta, Renzi e Gentiloni (2012–2017); 600 milioni di euro previsti in “spending review informatica” dal governo Conte II (2019–2021) per il triennio 2023–2025″.

    “Non si comprende perché questa “difesa incondizionata” delle comunità locali – rilanciano -non li abbia visti in prima linea negli anni in cui i governi sostenuti e guidati dal Partito democratico operava tagli feroci: ecco l’eredità e l’ipocrisia della sinistra!”.

    “Sostenere che la legge di bilancio contenga dei tagli alla spesa corrente – sottolineano Abate e Cuscito – sta a significare che ci troviamo di fronte a delle persone non in grado di leggere il provvedimento del ministero dell’economia e delle finanze. Infatti siamo di fronte no a dei tagli lineari ma di accantonamenti che a partire dal prossimo anno Comuni e città metropolitane potranno utilizzare anche per la copertura dei disavanzi”.

    “Una manovra che punta alla riduzione delle aliquote IRPEF e all’aumento delle detrazioni per i redditi più bassi – puntualizzano – Non dimentichiamo che l’attuale governo ha consentito agli enti locali di mantenere la quota non spesa del “Fondo Covid” che originariamente andava restituita azzerando così gli effetti legati alla prima rata delle spending review informatica per circa 200 milioni di euro”.

    “Per passare poi – elencano – ai 400milioni per far fronte ai rincari energetici e all’introduzione del reddito alimentare per combattere lo spreco e la povertà alimentare proseguendo con un fondo specifico di 100 milioni per la gestione dei minori stranieri non accompagnati in carico ai comuni a seguito del “fallimento” della sinistra per la loro accoglienza nei centri specializzati”.

    “Parlano del governo centrale – dicono ancora Cuscito e Abate – ma dimenticano quello che hanno lasciato a casa nostra in cui il debito ha un nome ed un colore politico: anni di amministratore senza visione, spese (non) sostenute in assenza di pianificazione strategica come per i fondi del PNRR. Sarebbe bene che il Partito democratico facesse un “mea culpa” e si assumesse le proprie responsabilità”.

    “È possibile concludere che le azioni avviate da taluni amministratori e gruppi partitici non rappresenta altro che una mera speculazione politica – concludono – I sindaci hanno il diritto e il dovere di esprimere opinioni e suggerire modifiche in virtù del fatto che i comuni restano gli erogatori dei servizi essenziali, base del corretto funzionamento della vita della comunità”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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