SAN CASCIANO – La notizia ormai circolava da mesi sotto traccia, ma ancora nessuno l’aveva resa pubblica. Tante le cose da sistemare, tante le vite (non solo lavorative) coinvolte.
Niente per adesso ha comunicato la Compagnia teatrale; niente il Comune di San Casciano (presso il cui Teatro Niccolini ha la sua “residenza”).
Ci ha pensato ieri, nel venerdì di Ferragosto, l’attore Alessandro Benvenuti, con un malinconico (a dir poco) post sui suoi canali social, ad annunciare la fine di una storia gloriosa.
Quella della Compagnia Arca Azzurra, che ha letteralmente fatto la storia del teatro nel territorio chiantigiano. Che chiude un lunghissimo percorso di oltre 40 anni.
“Torno a voi – scrive Benvenuti – e parecchio anche a me, con animo malinconico. “Quando muore una famiglia”, potrebbe essere il titolo di questa raccolta a singhiozzo di pensieri”.
E il primo pensiero di questa raccolta ferragostana è dedicato proprio alla Compagnia teatrale, con le radici sancascianesi e i rami che svettano in ogni direzione.
“Ho aspettato un po’ a dichiararlo – ammette l’attore – Occorre tempo per sedimentare i dispiaceri. Soprattutto quando arrivano improvvisi. La ciliegia sta sul ramo insieme a una triade di sorelle abbracciate tra verdi foglioline… improvvisa una mano la coglie strappandola dal ramo madre, e la bocca di un bambino (nel migliore dei casi) si tinge di un rosso gustoso ricco di sapore. Morte della ciliegia. Fine di tutto”.
“Per anni Arca Azzurra è stata la mia casa teatrale – prosegue – Fatta di gente bella e antica. Di quell’antico nel quale ho creduto e sono cresciuto. Non sempre contento, ma sempre grato di avere un posto da cui partire e dove tornare. Da qualche settimana (era fine luglio) non esiste più”.
“Nata nel 1982 – ricorda – morta nel 2025. 43 anni di vita. Con tutto ciò che un’esistenza ha in sé. Ora, solo ricordi e pendenze da saldare. Forse. Chissà. Mah. Una morte banale di una storia straordinaria”.
“Com’è possibile? – si domanda – È possibile quando i tempi si fanno stanchi. Quando ciò che si è fatto sembra non valga più. Quando il tempo cambia il senso di marcia. Quando il linguaggio si reinventa dal nulla. Quando un algoritmo vale più di un valore in odore di spiritualità”.
“Parlo da laico – scrive ancora Benvenuti – Quando il laico diventa laido. Parlo di chi decide, non di noi”.
“Ma forse è stato fatto il passo più lungo della gamba? – domanda ancora, dandosi una risposta – Di certo. Nel camminare succede. Soprattutto quando la via maestra non te la puoi più permettere”.
“E forse e per questo non vale neppure più la pena di sforzarsi di immaginarla? Chi lo sa – conclude l’attore – So solo che fa tanta tristezza perdere quel numero civico così caro al quale ero raggiungibile per qualunque gradita visita chiunque volesse farmi”.
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