GREVE IN CHIANTI – Proseguono senza sosta le operazioni di bonifica dell’area dell’incendio che nel pomeriggio di ieri ha creato molta apprensione nel Chianti fiorentino, fra il Ferrone e Chiocchio, nei boschi di Poneta.
E’ la stessa associazione La Racchetta a fare il punto della situazione.
La Racchetta che, fin d subito ieri, è stata al centro di un intervento che, al momento, risulta di gran lunga il più importante di tutta la stagione nel nostro territorio.
“La colonna di fumo visibile anche dalla piana fiorentina – raccontano – ha generato un numero veramente importante di segnalazioni telefoniche. E importante è stata la risposta del servizio antincendio provinciale, con invio complessivo di oltre 30 squadre di volontariato”.
“La Racchetta odv competente sul territorio interessato – precisano – ha inviato 20 squadre nelle prime tre ore dell’incendio, poiché il rischio era che assumesse proporzioni fuori dalla capacità di spegnimento vista l’estensione in continuità del bosco e il tipo di vegetazione interessata (pineta estesa per circa 200 ettari)”.
Un incendio complesso quello di ieri, in una zona che da subito ha avuto bisogno di essere interpretata da chi era intervenuto.
Dal punto di vista degli immobili messi a rischio dalle fiamme, c’è stata preoccupazione solo per una casa lungo il corso della Greve, dove i residenti si sono comprensibilmente impauriti.
Ma il fatto che la zona fosse più umida, che il vento andasse in direzione opposta e una jeep de La Racchetta a protezione, hanno ricreato maggiore tranquillità.
Una cinquantina i volontari (oltre a quelli de La Racchetta, anche di sezioni VAB e di Anpas) “impiegati – spiegano ancora dal quartier generale de La Racchetta – in un duro lavoro; necessario non solo per combattere le fiamme, ma anche per le lunghe operazioni di bonifica che, durate tutta la notte, sono tutt’ora in corso”.
“Trascorsa la prima fase dell’emergenza con il supporto anche di due elicotteri regionali (che hanno prelevato acqua da laghetti di aziende agricole nella zona di Nozzole, n.d.r.) – viene ancora spiegato nei dettagli – è stato quindi necessario creare delle “staccate” lungo tutto il perimetro dei 3,7 ettari percorsi dalle fiamme”.
“Per spiegare meglio – sottolinea La Racchetta – si è creata una serie di fasce larghe circa 2 metri con utilizzo di macchine movimento terra, motoseghe, zappe e rastri, completamente prive di vegetazione. In modo da separare la parte bruciata da quella dove, in caso di vento o per calore delle braci, l’incendio sarebbe potuto ripartire nelle ore successive allo spegnimento”.
“Tanta fatica e sudore – precisano – in un periodo particolarmente caldo e asciutto che sicuramente ha facilitato la diffusione delle fiamme”.
“Preme sottolineare l’abnegazione dei volontari – specifica La Racchetta – che in un periodo di voglia di vacanze, impiegano le proprie ferie per difendere l’ambiente e il proprio territorio”.
“Importante – rimarcano – anche il continuo aggiornamento con corsi specifici, la prevenzione svolta con il pattugliamento e la sorveglianza con apposite telecamere collocate in punti strategici, la preparazione e il controllo di mezzi e attrezzature per essere pronti nelle situazioni pericolose come quella di ieri”.
“Terminate le operazioni di bonifica – conclude La Racchetta spiegando il percorso da qui in avanti – inizieranno quelle di controllo, che dureranno fino a che non vi sarà la certezza che nessuno punto caldo sia presente nel perimetro incendio. Al momento 7 squadre de La Racchetta sono ancora impegnate sull’area dell’incendio”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA