SAN CASCIANO – Giovedì 27 Ottobre, Firenze, Palazzo Panciatichi, Sede della Regione Toscana. Un altro prestigioso riconoscimento per lo scrittore sancascianese Silvano Callaioli.
Dalla prima presentazione nella sala conferenze della biblioteca di San Casciano, lo scorso aprile, l’ultimo lavoro di Callaioli continua a destare interesse. Si tratta dell’articolata ricerca, su più livelli, che ricostruisce storicamente, socialmente e culturalmente gli anni della seconda guerra mondiale a la Romola.
Dopo essere stato premiato dal Consiglio Regionale della Toscana, dallo storico caffé letterario “Le Giubbe Rosse” e dalla rivista Toscana Cultura, il libro "Colline in fiamme" ha dato altri spunti di riflessione ed interesse nella prestigiosa Sala Gigli di Palazzo Panciatichi.
A fare gli onori di casa il consigliere regionale Paolo Bambagioni che, dopo i saluti, ha fatto una riflessione sulla comunità ed il senso delle istituzioni. A coordinare gli interventi e presentare l’autore ha provveduto Veronica Boldi della Casa Editrice Masso delle Fate.
L’intervento del sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini, ha ricordato l’impegno di molti sancascianesi a riscoprire aspetti della storia locale, con speciale attenzione al periodo del passaggio del fronte, che segna una linea netta fra due differenti condizioni.
Pescini ha interpretato, questa attenzione verso la storia, come segno di una contemporaneità incerta e “di passaggio”.
La giovane ricercatrice storica Sara Gremoli, ha contribuito al volume con un’interessante appendice su la scuola de La Romola e di Cerbaia attraverso i Giornali di Classe (1928-1944).
Nel suo intervento, con degli aneddoti e leggendo un tema scritto da un alunno provato dalla guerra, ha ricostruito la quotidianità di momenti drammatici per quella frazione, ma, purtroppo, anche universalmente condivisi da chi si trova nella stessa situazione.
Lo spontaneo e commosso intervento di Gustavo Lemmi, uno dei testimoni dei fatti, ha incitato a trasmettere “ai giovani d’oggi” le sofferenze patite dalla sua generazione.
Un articolato ragionamento su quell’importante periodo è stato offerto, alla sala piena, dal direttore dell’Istituto Storico della Resistenza Toscana Matteo Mazzoni. Fra l’altro ha definito la storia come quel “paio di occhiali” che ci permettono di vedere meglio il mondo ed ha contestualizzato la battaglia de la Romola e San Michele a Torri nella strategia difensiva nazifascista.
L’autore ha spiegato meglio le particolarità di questa comunità sancascianese alle porte della città partendo dal medioevo e, trovandosi sulla via Volterrana, le sue probabili origini etrusche.
Arrivando al periodo bellico ha rammentato quello che resta indelebile nella memoria collettiva del popolo Maori che, dalla Nuova Zelanda, ha dato tante vite per la liberazione dell’Italia e specialmente sulle nostre colline, nell’ultima grande battaglia che aprì agli Alleati la strada per Firenze.
È seguito il saluto ai testimoni Ornella Baldi e Arnaldo Mugnaini presenti nella sala. Anche Mauro Nerucci ha portato la sua esperienza di staffetta. All’età di circa dieci anni portava ordini ai partigiani attraverso dei foglietti che nascondeva nella bicicletta.
Probabilmente ad opera di italiani su riconosciuto ed i militari tedeschi gli spararono e lo lasciarono moribondo. Dopo una serie di peripezie e per merito di un medico, che coraggiosamente si procurò della penicillina, riuscì a sopravvivere.
La discussione è proseguita animata fra il pubblico. Fra gli altri, Giuseppe Lapini, ha ringraziato l’autore e specialmente Giovanna Nelli ha proposto di raccogliere le opere del Callaioli in una antologia.
Tale raccolta, oltre che fondamentale per la storia locale, avrebbe anche una valenza artistica ed archivistica di primo livello.
di Redazione
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