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domenica 6 Luglio 2025
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    Un film, un dibattito, cultura: a Greve si è parlato di Renata Fonte

    Grazie a Tiravento e Libera: visione collettiva del film sulla donna uccisa dalla mafia nel 1984

    GREVE IN CHIANTI – Domenica 4 febbraio, in occasione della trasmissione del film “Una donna contro tutti” su Canale 5, presso il presidio dell’associazione Libera di Greve in Chianti si è discusso sulla figura di Renata Fonte, protagonista del film, e sul tema della tutela del paesaggio.

    A Francesco Panzera e a lei, politica italiana uccisa dalla mafia nel marzo del 1984, è infatti dedicato il presidio del nostro paese che ha sede alla casa del popolo.

    Renata Fonte fu assessore alla cultura e alla pubblica amministrazione nel suo comune d’origine, quello di Nardò, in provincia di Lecce.

    Uccisa a causa della sua lotta contro le speculazioni edilizie e a favore  della legalità, fu la prima donna ad essere nominata assessore a Nardò e il primo caso di omicidio di mafia nel Salento.

    In particolare, si era opposta, in sede di consiglio comunale, ad una modifica del piano regolatore che avrebbe permesso la costruzione di edifici in quello che oggi è il Parco di Porto Selvaggio e che per fortuna, grazie alla sua battaglia, non è mai stato toccato dal cemento.

    “Abbiamo deciso di intitolare a lei il presidio perché il tema della tutela del paesaggio riguarda la nostra associazione e il nostro territorio da vicino” ci spiega Camilla, che fa parte di Tiravento, una delle associazioni che ha contribuito a formare il presidio di Libera nel nostro territorio.

    Come ci fa notare, infatti, tutto il territorio italiano è stato interessato da decenni di abusivismo edilizio, “fenomeno spesso legato ad una mentalità arcaica e italiana – sottolinea – basata sulla solidità economica, sul mattone, e spesso condivisa dalla criminalità organizzata”.

    “Il piano su cui può agire la nostra associazione – prosegue Camilla – è quello della consapevolezza. Nonostante esista nella nostra Costituzione un articolo che lega in maniera imprescindibile la tutela del patrimonio culturale e quella del paesaggio, articolo che peraltro il nostro paese ha introdotto per primo al mondo, non tutti i cittadini italiani mostrano il giusto interesse nei confronti di queste tematiche”.

    “Per questo – continua – i campi di Libera che organizziamo ogni estate (entro la fine di febbraio saranno ultimati anche i dettagli per i campi di quest’anno) dedicano grande attenzione ad un lavoro sul territorio e all’acquisizione di una certa consapevolezza sul bene collettivo e quindi sul nostro paesaggio”.

    Perché, per concludere, “è proprio questo il fondamento della democrazia e della collettività che deve predominare sull’interesse privato”.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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