GREVE IN CHIANTI – Chi l’ha detto che giocare ai videogiochi sia solo una perdita di tempo?
Riccardo “Reynor” Romiti, giovane grevigiano, può smentirvi. A soli sedici anni, infatti, è già campione a livelli internazionali di StarCraft 2, uno dei giochi per PC più venduti al mondo.
Una storia, questa, che, come le cose più incredibili, è iniziata quasi per caso, nel 2010, l’anno in cui il videogioco ha visto il picco massimo di vendite.
“Ad otto anni – racconta Riccardo – comprai il gioco per pura curiosità, insieme a mio babbo, e con lui iniziai a giocare. Mi piaceva molto e, via via che passava il tempo, diventavo sempre più bravo ma allora non avrei mai potuto immaginare di arrivare ai livelli a cui gioco oggi”.
Anche “Reynor”, il nome di battaglia che usa, è nato per errore: “Quando cominciai a giocare – spiega infatti – scelsi di chiamarmi “Reynor” perché uno dei protagonisti della campagna da giocatore singolo si chiamava così. Solo più tardi mi sono reso conto che il suo nome si scriveva con la “a” (Raynor), ma l’ho sempre lasciato così perché, sbagliando, ho creato un nickname molto particolare”.
Alcuni anni dopo, tra un episodio e l’altro di StarCraft, la bravura lo spinse a tentare qualche torneo, prima in Italia, poi sempre più spesso all’estero, dove le possibilità di gioco ma anche la competizione diventavano più alte.
“A dodici anni – prosegue – riuscii a raggiungere il GrandMaster, la lega che ospita i migliori giocatori, ed io ero il più giovane. Da lì, dei professionisti hanno iniziato a contattarmi, coinvolgendomi sempre di più nelle competizioni e nei tornei e trasformando questa mia passione in una vera e propria professione. Dai tornei che faccio all’estero vengo ripagato molto, non solo in termini di soddisfazione, ma anche di guadagno”.
È infatti all’estero che si svolgono gran parte dei tornei di alto livello, ed è la Cina la prossima grande tappa del giovane campione, dove parteciperà al primo torneo in programma per il 2019, sempre accompagnato e supportato dai genitori.
“A marzo – continua – sarò in Cina, per ora l’unica data annunciata per il prossimo anno. In linea di massima, circa ogni tre mesi partecipo ad un torneo. A settembre invece, sono stato in Canada. Questa è stata l’esperienza che mi ha segnato di più fino ad ora: sono arrivato in finale e mi sono piaciuti moltissimo sia il paese che l’ambiente in cui abbiamo giocato”.
Uno degli aspetti che lo caratterizza è proprio l’età. Oltre ad essere l’unico italiano a giocare a livelli alti, è uno dei pochi giocatori professionisti che ha iniziato così presto e che si trova al di sotto dell’età media degli avversari, non inferiore ai vent’anni.
Sebbene ancora molti siano convinti che si tratti solo di un gioco, prepararsi ai tornei richiede ovviamente tantissime ore di allenamento al giorno, specialmente quando si deve far fronte ai temibili avversari coreani, campioni indiscussi negli eSports e di StarCraft in particolare.
E il tempo non è facile da trovare per Riccardo, che comunque conduce la vita di un normale sedicenne, tra scuola, studio e interessi vari.
“La preparazione per un torneo – spiega – richiede molto tempo. Generalmente mi alleno due ore al giorno, ma quando si avvicinano eventi importanti riesco ad arrivare anche a molte di più”.
“Per riscaldarmi un po’ mi piace anche partecipare ai tornei che si fanno in Italia – conclude salutandoci – Non sono di alto livello, però mi permettono di ritrovarmi con alcuni compagni e tenermi allenato sempre”.
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