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giovedì 3 Luglio 2025
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    Il garante delle consultazioni imprunetine del 7 aprile risponde con durezza alle critiche

    Si è davvero stufato di sentir piovere critiche sul Partito democratico di Impruneta, e in particolare sulle primarie che il prossimo 7 aprile andranno a scegliere il candidato sindaco del Pd fra i due contendenti, Marco Pistolesi e Alessio Calamandrei. E anche in qualità del suo ruolo di garante delle primarie, Claudio Guardi ha deciso di mettere in chiaro alcuni concetti chiave. E alcuni punti sui quali sente il bisogno di dire la sua: perchè organizzare queste consultazioni costa tempo e fatica: e Guardi lo vuol dire forte e chiaro.

     

    "Vorrei che ogni tanto – esordisce – si guardasse alla Luna invece che al famoso dito: sono tutti a fare le bucce al Partito democratico e a darci lezioni di democrazia. Eppure siamo l'unico partito/movimento che vota le sue decisioni in organi realmente rappresentativi e riconosciuti, che ha minoranze, maggioranze, idee anche diverse che si confrontano, si scontrano, e infine come deve accadere in democrazia, chi ha più numeri vince". 
     
     
    "Noi – rivendica Guardi – siamo l'unico partito che sta scegliendo il suo candidato sindaco con la consultazione delle primarie: si può discutere se sia giusto o meno far votare i sedicenni, ma lo vogliamo dire che solo noi, ripeto, solo noi facciamo scegliere tutti quelli dai 18 ai 100 anni? Gli altri il candidato se lo nominano in cerchie più o meno ristrette: lo vogliamo dire o no, una buona volta?".
     
     
    Poi c'è la questione della non-apertura del seggio a Pozzolatico (saranno tre in cui votare, Impruneta, Bagnolo, Tavarnuzze): "Si discute sul seggio di Pozzolatico – dice a questo proposito Guardi – ma avete idea delle difficoltà di organizzare "seriamente" e non per gioco una consultazione di questo genere? Ogni seggio, aperto dalle 8 alle 21, necessita di almeno quattro scrutatori più il presidente e due rappresentanti di lista. E l'organizzazione a monte e a valle. E' già molto tenere aperto un seggio (Bagnolo) che non è sede di seggio elettorale".
     
    "Se potessimo – spiega – apriremmo seggi anche al Ferrone, Bottai, e via dicendo, ma noi non siamo il Ministero dell'Interno: stiamo facendo un grosso sforzo e un bel lavoro democratico, che non trova lontanamente riscontro nelle altre forze politiche. Io credo che solo chi è in malafede possa criticarci".
     
    "Due parole sulle primarie – dice ancora – Questa pratica, che ricordo, il Partito democratico ha introdotto in Italia, non ha precedenti nel nostro Paese, e sicuramente necessita di aggiustamenti che la rendano più adatta agli usi e costumi nazionali: senza tanti giri di parole, nel mondo anglosassone, dove è nata, in pochi si sognerebbero di andare alle primarie del partito concorrente a scegliere un candidato che poi non hanno intenzione di votare, ma solo per introdurre elementi di inquinamento e di disturbo. Qui in Italia non solo accade, ma esponenti politici di rilievo non hanno avuto ritegno a dichiararlo pubblicamente: perchè si sà, nel Belpaese essere "furbi" paga". 
     
    "Ecco perché – conclude – ci teniamo a sottolineare che le primarie devono essere sì aperte a "tutti", ma deve essere anche chiaro che per tutti va inteso tutte le cittadine e i cittadini elettori che hanno in animo di votare per il Pd, e non altro.Questa è democrazia, apertura, chiarezza e onestà. Il resto sono chiacchere, giochi di piazza, trappole e inganni".

     

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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