PASSO DEI PECORAI (GREVE IN CHIANTI) – Tutti uniti e compatti davanti ai cancelli della CementirSacci: dalle 6 di oggi, venerdì 3 febbraio, nello stabilimento di Testi non è entrato nessuno. Anzi sì, solo il direttore.
Lavoratori e sigle sindacali (Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil): tutti insieme per una battaglia durissima, sfibrante, che però non vuol arretrare di un millimetro.
"La fabbrica è completamente bloccata – ci dice Alessandro Lippi, Fillea Cgil – lo sciopero è riuscito al 100%. Non è entrato nessun camion, niente di niente. Il presidio si scioglierà in mattinata, e poi vedremo i prossimi passaggi: abbiamo proclamato un pacchetto di ore di sciopero e siamo pronti a metterle in pratica".
Oltre ai 15 licenziamenti notificati prima di Natale, altri 17 lavoratori sono in attesa della temutissima lettera: sono infatti 32 gli esuberi annunciati alla CementirSacci di Testi, "e l'azienda per ora non ne ha ritirato nemmeno uno – dice Lippi – Solo un lavoratore, vicino alla pensione, ha trovato un accordo".
DAVANTI AI CANCELLI – Alessandro Lippi (Fillea Cgil) con due dipendenti CementirSacci
Poi fa l'esempio di "quelli del trasporto. Sembrava tutto a posto prima del 31 dicembre, poi nella prima settimna di gennaio, ad oggi nessuno è stato assunto. Anche loro fanno parte dei 32 al momento licenziati; e quello che sta girando per quanto li riguarda è un contratto a tempo determinato. Inaccettabile".
"L'azienda – dice ancora Lippi – nega la possibilità di avere una mensa per mangiare, come invece era accaduto in anni di storia. Hanno iniziato a cambiare i turni, mettono in discussione la possibilità di recuperare, di riposarsi. Vogliono giocare sulla pelle delle persone, anche sulla loro sicurezza: per averne meno e far lavorare di più quelle che ci sono".
"Il Piano Industriale? Abbiamo chiesto almeno il piano degli investimenti a Testi – risponde Lippi – mi aspetto che CementirSacci faccia un Piano Industriale a livello nazionale. Verbalmente ci hanno detto che lo avrebbero mandato, ma nessuno ha visto nulla. Né sul piano degli investimenti, né sull'occupazione: fanno finta di discutere con il sindacato e poi fanno quello che vogliono".
Poi un richiamo forte alle istituzioni: "Devono fare un salto di qualità. Ad Arquata, in Piemonte, CementirSacci ha confermato i licenziamenti. Ma insieme alle istituzioni hanno fatto una accordo di ricollocamento per tutti i lavoratori: lì non si sono limitate a dichiarazioni di solidarietà. Si sono mosse per ricollocare i lavoratori: se c'è bisogno di occupare la fabbrica per farlo noi siamo pronti".
"Al momento – conclude Lippi – i Comuni e la Regione ci sono stati vicini: adesso devono fare un balzo in avanti nell'affiancarci in questa lotta. Siamo convinti che si possa anche non licenziare nessuno, magari riducendo gli orari di lavoro: è una proposta che i lavoratori hanno fatto, collettivamente o individualmente (quindi guadagnare meno) con grande solidarietà. Ma non è stata neanche presa in considerazione".
di Matteo Pucci
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