GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – “Non posso che ringraziare tutte le persone che si sono presentate a Careggi in risposta al nostro appello, dimostrandoci solidarietà in questo momento così difficile per la nostra famiglia. Davvero grazie a tutti”.
Così Simone Bini, attraverso Il Gazzettino del Chianti, ringrazia tutti coloro che hanno letto il post su Facebook pubblicato dalla cognata, Diletta Paoletti, un paio di giorni fa.
E si sono recate all’ospedale di Careggi per donare sangue di tipo 0 e B in aiuto del padre, Uberto Bini, ricoverato in rianimazione, in terapia intensiva.
Sono momenti drammatici per la famiglia ed il loro gesto di rendere pubblica la necessità è stato pensato vista la notorietà del padre su Firenze.
Uberto Bini è infatti il presidente dell’Associazione 50 minuti vecchie glorie calcio storico fiorentino. E quando la situazione si è drasticamente aggravata i familiari, su consiglio dei dottori del reparto, hanno pensato di diffondere pubblicamente la richiesta d’aiuto alla quale tantissimi, in particolare tra pompieri e ex calcianti (ma non solo), hanno risposto presentandosi a Careggi.
“Al momento – continua Simone – l’emergenza sangue relativa a mio padre è rientrata proprio grazie a tutte quelle persone che in breve tempo dopo aver letto il post si sono presentate. La sua situazione delicata adesso si è stabilizzata, siamo positivi ma potrebbe peggiorare. Siamo appesi alla speranza”.
“Viste le tantissime persone che sono venute a Careggi – tiene a dire – adesso chi volesse continuare a donare, ancora a nome di mio padre, può farlo anche nei vari distretti dove solitamente si effettuano le raccolte del sangue. E’ importante che siano stati donatori negli ultimi due anni”.
Il tema della donazione del sangue è sempre molto attuale ed è necessario continuamente ricordare quanto importante sia incoraggiare le persone a diventare donatori, sensibilizzando soprattutto le fasce della popolazione più giovani come segno di civiltà.
Un atto di altruismo verso le persone in generale, che fa sentire meno soli tutti all’interno di una comunità.
“I medici – conclude Simone – questa mattina ci hanno ringraziato per aver pubblicato la nostra richiesta d’aiuto perché in questo modo il sangue donato per mio padre non sarà destinato solo a lui, andrà utilizzato frazionandolo nei suoi emocomponimenti che serviranno per altre necessità. Per altre persone”.
Se in questo modo l’attenzione potrà essere ancora una volta attirata su un argomento così importante come le donazioni vorrà dire che almeno tutto questo dolore potrà essere servito a qualcosa.
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