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mercoledì 24 Aprile 2024
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    Un appello all’Europa: “Salvate la valle di San Donato dal progetto di Autostrade”

    Una petizione indirizzata al Parlamento europeo denuncia gravi danni all'ecosistema della zona

    BAGNO A RIPOLI – Una petizione indirizzata al Parlamento europeo per chiedere che venga impedito "lo scempio irreversibile" della valle di San Donato, compresa nei lavori di ampliamento della terza corsia dell'Autostrada.

     

    L'hanno inviata il 25 maggio scorso alcuni cittadini residenti a Bagno a Ripoli, fra i quali si trovano nomi come Rita Cervo, docente dell’Università di Firenze, Francesco Ferrini, presidente della scuola di agraria dell’Università di Firenze, Massimo Casprini, storico e Giampaolo Muntoni, presidente onorario della Corte di Cassazione, hanno firmato il documento che chiede lo stop alla Variante di San Donato e spiegano nei dettagli i motivi della loro opposizione al progetto che prevede la modifica di una curva dell'A1 nella zona di San Donato in Collina. 

     

    Secondo il piano approvato "la curva verrebbe spostata all’interno della valle del torrente Isone, mediante la realizzazione di un enorme terrapieno alto circa 20 metri nel quale dovrebbero essere collocati circa un milione di metri cubi di terre e rocce risultanti dagli sbancamenti effettuati per ampliare l’autostrada e dallo scavo della nuova galleria San Donato".

     

    La preoccupazione è per i danni all'ecosistema della zona: "Le terre verranno trattate a calce, – osservano i firmatari – presenteranno in parte sostanze inquinanti e saranno riportate direttamente nella valle in un’area di circa venti ettari, sopra il terreno ed i torrenti esistenti, provocando la definitiva ed irreversibile distruzione degli habitat naturali e delle specie animali e vegetali presenti, alcune delle quali sono protette dalla direttiva europea sugli habitat, dalla Convenzione di Berna, da leggi regionali toscane e/o incluse nella Lista Rossa IUCN".

     

    Il primo firmatario l'avvocato Valerio Pellegrini spiega: "La presenza di queste specie proprio nel sito dove verrano collocate queste terre è stata rilevata da esperti in biodiversità in sopralluoghi eseguiti nello scorso mese di aprile; in particolare, è stata rilevata la presenza della rana verde, della rana appenninica e soprattutto del granchio di fiume, ormai scomparso nella gran parte degli ambienti, ma presente con un numero rilevante di esemplari nell’area in oggetto proprio grazie alla sua particolare integrità, tanto da essere stato oggetto in passato di importanti ricerche dell’Università di Firenze, che hanno consentito di acquisire molte conoscenze su questa specie".

     

    Nella petizione indirizzata all'Unione Europea si denuncia il fatto che "Lo studio di impatto ambientale a corredo del progetto non ha considerato le gravi ripercussioni su questo delicato ecosistema, le amministrazioni locali e regionali nulla hanno fatto per difenderlo, essendosi limitate a blande prescrizioni che non intaccano la sostanza del progetto e a chiedere ben altre compensazioni che non compenseranno mai il grave danno ambientale che verrà provocato".

     

    L'iter del progetto è in sostanza concluso ma "i cittadini non sono stati informati tempestivamente e non hanno potuto esercitare i loro diritti, per cui ora solo le Istituzioni europee possono intervenire per evitare la distruzione di specie animali e vegetali protette a livello europeo e internazionale e per evitare che il raggiungimento dell’obiettivo essenziale e di interesse generale della conservazione degli habitat naturali, perseguito dall’Unione Europea con la citata direttiva, sia compromesso".

    I firmatari chiedono in conclusione che gli organi competenti dell’Unione Europea intervengano "per impedire lo scempio irreversibile della valle, con un’opera la cui unica ragione, essendo infondate le altre, sembra essere quella di permettere ad Autostrade per l’Italia di stoccare le terre vicino alle zone di scavo, evitando i costi ed i disagi dello smaltimento in siti più appropriati".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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