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giovedì 25 Aprile 2024
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    Lo chiede Beatrice Bensi: “Forse, sbagliando, si cerca di non confliggere con qualcuno…”

    BAGNO A RIPOLI – Il 30 aprile sono scaduti gli avvisi che l’amministrazione comunale ha pubblicato per poter installare a Bagno a Ripoli, tra maggio e ottobre, alcuni chioschi per la somministrazione di alimenti e bevande: a Grassina, Antella e Bagno a Ripoli.

     

    "Peccato – dice Beatrice Bensi capogruppo uscente e candidata sindaco per la lista civica Cittadinanza Attiva – che, anche quest’anno, tra le zone oggetto degli avvisi manchi il giardino de I Ponti, a Bagno a Ripoli capoluogo".

     

    "L’anno scorso – ricorda – il vicesindaco aveva rassicurato (di fronte all’intenzione di preparare un’interrogazione al riguardo) che quest’anno sarebbe stato incluso negli avvisi. Così non è stato. Ma continuare ad escludere quest’area ci pare francamente sbagliato: è un giardino che potrebbe essere valorizzato come luogo di aggregazione sociale, in special modo durante l’estate, non solo per mamme e nonni con bambini, ma anche per i ragazzi, che, in mancanza di altro, vanno a Firenze, dove, anche grazie ai chioschi, hanno un luogo in cui ritrovarsi".

     

    "E nasce spontanea la domanda – rincara – perché ai giardini della Resistenza e ai giardini di via Alighieri sì, e a I Ponti non deve esserci nessun chiosco? Non crediamo che possa ledere gli interessi del piccolo bar all’interno della Polisportiva, frequentato da chi utilizza l’impianto sportivo e che, comunque, è aperto solo in orari legati agli allenamenti e alle partite".

     

    "Allora – azzarda – verrebbe da pensare che possa confliggere con gli interessi di quella grande struttura che occupa, nei mesi estivi, oltre la metà del parcheggio pubblico e che è gestita dall’associazione “Il Palio delle Contrade”. Tale gestione, a quanto sappiamo, non ha finalità di lucro, e riesce, con i ricavi dell’attività di ristorazione, a finanziare il costo della Festa del Palio, che da alcuni anni si svolge a settembre".

     

    "Ma ciò che vorremmo capire – chiede – è perché soltanto quest’associazione possa gestire quello spazio, per il quale non è mai stato fatto alcun bando, e perché la sua attività potrebbe essere danneggiata da un chiosco, che è solo un “bar” e non certo un ristorante. Non sarebbero piuttosto due attività complementari?".

     

    "Alla fine, ci sembra che per “difendere” gli interessi di qualcuno – conclude Bensi – “si danneggino” coloro che frequentano il giardino ed anche chi potrebbe ricavare da questo bando, che copre ben sei mesi, un’opportunità di lavoro. Di questi tempi non è poca cosa…".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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