BAGNO A RIPOLI – “Solidarietà ad un campione, nella vita e nello sport, come Alex Zanardi“.
Ad esprimerla pubblicamente è la lista civica Cittadini di Bagno a Ripoli. Che parte dalla solidarietà al campione romagnolo per allargare il discorso al mondo della disabilità.
“La reclusione dovuta alla pandemia – spiegano – ha portato molti di noi a domandarsi come si vive con una qualsiasi disabilità; a non poter uscire o a poterlo fare solo stando sotto determinati obblighi. L’attenzione verso le esigenze e le problematiche della disabilità subisce spesso delle altalene mediatiche che poi, però ci fanno tornare ad una sorta di “normalità” con la quale vediamo il mondo e non ci si pensa più. Fino ad oggi, con Zanardi che ha ricordato a tutti noi quanto dura e limitata è la vita nella disabilità e quanto forza è nascosta nell’anima”.
“Quest’oggi – proseguono – vorremmo appellarci a tutti coloro che stanno manifestando supporto ed empatia verso una persona con abilità diverse da quelle a cui siamo abituati, per far sì che questi riflettori rimangono sempre accesi e non dover più permettere che succeda qualcosa per alzare l’attenzione”.
“È un po’ quello che accade quando eventi tragici colpiscono la popolazione – aggiungono – Tutti pronti a lottare, a condividere e ad empatizzare; fermo restando che, dopo qualche mese, per la maggior parte della gente, tutto cade nel dimenticatoio e ci si appoggia alle associazioni, che comunque, fanno fatica, fanno tanta fatica e spesso niente gloria o supporto tangibile”.
“Vorremmo che Zanardi – auspicano – non debba essere una vittima sacrificale necessaria all’altare dei perbenismi per rendere le città più accessibili, le strade più sicure, le persone più consapevoli: insomma, per avere un mondo all’altezza della disabilità”.
“Vorremmo che le persone – riprendono – comprendessero bene che Zanardi, come tantissime altre persone (disabili, handicappati, diversamente abili, scegliete voi, ma comunque persone: Lorenzo, Margherita, Iacopo, Elena, Stefano) e i loro care giver, sono tutte persone che non si trovano ad affrontare solo la loro disabilità, ma anche tanti, tanti, tantissimi scalini non soltanto architettonici, fisici, ma anche e soprattutto mentali, la mente dell’altro (non la loro!), si perché la nostra normalità non coincide con chi, invece, ha la necessità di dare a questa parola un’interpretazione diversa”.
“Loro – sostengono – come il loro care givers, re-inventano gli sport e si adattano, si adattano sempre: In vacanza, nello sport, a lavoro perché questa società, inconsciamente, in molti ambiti, ha cittadini di serie A e di serie B”.
“Vorremmo arrivasse bene il concetto – dicono ancora da Cittadini di Bagno a Ripoli – che lo sport è una delle poche ancore di salvezza che questa società lascia alla disabilità: abbiamo progetti ad hoc per farli tornare a lavorare (nell’unico modo concepito da chi non è disabile, e quindi a modo nostro, non a modo loro), e poi…”.
“Non abbiamo bancomat accessibili – denunciano – ( o comunque sono pochissimi), non abbiamo veri e propri spazi per lo sport-abile, non abbiamo la loro fantasia. La maggior parte di noi non sa quale scalino è effettivamente un problema, non sa nemmeno come rapportarsi con un disabile, non conosce la difficoltà di comprare un paio di jeans o prendere il pacco di pasta in alto al supermercato (e si parla solo di problematiche legate alla sedia a rotelle)”.
“Poi c’è tutto un mondo che riguarda le disabilità – rimarcano – Sì perché, signori, la legge Basaglia ci ha fatto vedere qualcosa, ma non tutto. Noi viviamo beati nella nostra “normalità” e spesso si guarda con pena, pietà o compassione per poi pensare di quietare la coscienza facendo una buona azione”.
“Le disabilità – argomentano – sono un mondo infinito che spesso non vediamo perché è la nostra società a non permettere una vita “normale”. Un po’ come avvenne con l’omosessualità che non veniva riconosciuta perché non manifestata, ma il punto è sempre lo stesso: se la società non mi accoglie, meglio non mostrarsi, meglio restare in casa”.
“Vorremmo dare lo spunto per una buona azione – propongono – alziamo l’attenzione sulla disabilità, sulle 258 euro di pensione di invalidità (non costituzionali ed aumentate solo per redditi superiori a circa 6.000 euro l’anno), sulle barriere architettoniche, sulla cura e l’attenzione alla guida, sul senso civico, sul bene dell’altro prima del nostro!”.
“Ieri era Manuel Bortuzzo – concludono – oggi è Alex Zanardi. Finita la bufera mediatica vorremmo non rimanesse solo polvere. Forza Alex… forza!”.
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