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sabato 31 Maggio 2025
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    Endocrinologia e malattie del metabolismo: ne parliamo con la dottoressa Serenella Checchi

    Al CMT di Grassina ci svela meccanismi di funzionamento, fisiologia: dalla fertilità fino a patologie (e rimedi) per la tiroide

    GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Serenella Checchi è una dottoressa specialista in endocrinologia e malattie del metabolismo al CMT (Centro Medico Toscano) di Grassina (zona artigianale di Campigliano).

     

    La branca della endocrinologia si occupa di tutte le ghiandole endocrine, che sono le ghiandole che producono ormoni che poi vanno ad agire in tutto l’organismo.

     

    “In prevalenza le patologie più frequenti sono quelle tiroidee, però ci sono altre ghiandole come l’ipofisi, il surrene, le paratiroide, le ovaie, il testicolo, che hanno delle patologie e delle problematiche più rare ma comunque sempre presenti” ci spiega meglio la dottoressa.

     

    “Questo – prosegue – anche perché sono spesso ghiandole che hanno in base all’età delle modifiche fisiologiche e che possono diventare patologiche. Ci occupiamo anche di tutto il metabolismo dell’osso, osteopenia, osteoporosi, deficit di vitamina D che sono molto frequenti e della parte inerente alla diabetologia in quanto il pancreas è una ghiandola in parte esocrina e in parte endocrina che produce insulina e che regola quindi la glicemia. Il diabete è una patologia in forte espansione a causa del problema dell’obesità che sta aumentando in tutte le fasce d’età”.

     

    “Una parte del nostro lavoro – rimarca – riguarda anche la valutazione, sia maschile che femminile, della fertilità e dell’approccio alla procreazione. L’andrologia infatti è una parte della medicina che si occupa della salute dell’uomo in tutta la sua completezza perché non cura solo quelle che possono essere le disfunzioni sessuali ma anche le altre problematiche come la produzione di testosterone o quelle legate alla prostata”.

     

    L’endocrinologia è una branca molto ampia: “Noi siamo il risultato degli ormoni, ovvero siamo maschi o femmine con determinate caratteristiche a seconda degli ormoni. Dal punto di vista morfologico sono ghiandole molto piccole ma che possono però portare delle problematiche che si ripercuotono su tutto l’organismo, ecco perché si chiamano malattie sistemiche”.

     

    “La tiroide può avere due patologie – dice ancora la dottoressa Checchi – di tipo morfologico con la formazione di noduli e di tipo funzionale ovvero funzionare di più o di meno. Spesso il nodulo è asintomatico e piccoli noduli sono presenti nel 70-80% della popolazione, che vi convive senza saperlo e senza l’insorgere di ulteriori problematiche. Però tanto più il nodulo cresce tanto più genera dei sintomi di tipo compressivo e maggiore è la possibilità che venga scoperto, visto la struttura del collo. I sintomi di iperfunzione o ipofunzione sono abbastanza classici e ben riconoscibili, il primo da sintomi di dimagrimento, irritabilità, tremori, sudorazioni, il secondo invece arreca stanchezza, tendenza all’aumento del peso, difficoltà di concentrazione”.

     

    Per controllare la tiroide il consiglio che la dottoressa da ai pazienti preventivamente è quello di fare l’ecografia più l’esame del TSH: “In base all’esito di questo esame ci si può rendere conto se la ghiandola è normale o se è il caso di approfondire ulteriormente con gli esami di secondo livello. I noduli non vanno ad alterare la funzione tiroidea normalmente e quindi è necessario controllarsi con l’ecografia per individuarne la presenza. Oltre alla familiarità, il fatto che viviamo in una zona a carenza iodica ci espone al rischio di avere dei noduli”.

     

    Successivamente alla scoperta viene affrontato l’eventualità che questo nodulo sia benigno o no: “Ricordiamo che la stragrande maggioranza dei noduli sono benigni e comunque il tumore tiroideo qualora fosse presente è curabile e guaribile”.

     

    “Al CMT – ci informa – è possibile per i pazienti eseguire gli esami necessari come l’ecografia e l’ago aspirato che è l’unica metodica che ci permette di dichiarare se il nodulo è benigno o no”.

     

    Per la tiroide non vi è uno stile di vita particolare da tenere: “Consigliamo l’uso del sale iodato – conclude – perché la supplementazione iodica è dimostrato che diminuisce l’incidenza dei noduli e questo è vero soprattutto se viene iniziata fin da bambini”.

     

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    di Silvia Rabatti

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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