BAGNO A RIPOLI – “Una mozione per inserire, nei prossimi bandi di appalti comunali, una previsione in base alla quale i lavoratori impiegati dai soggetti aggiudicatari dovranno ricevere il trattamento previsto dai rispettivi contratti collettivi e, comunque, un salario minimo orario che non potrà essere inferiore a nove euro l’ora”.
E’ quella presentata dal gruppo consiliare di opposizione, nel consiglio ripolese, Cittadinanza Attiva: se ne dovrebbe parlare nella seduta del prossimo 31 gennaio.
“E’ un tema che è stato oggetto di dibattito parlamentare – dice la capogruppo Sonia Redini – ed è una questione politica rilevante, che riguarda il lavoro da retribuire in maniera dignitosa”.
“Ci sono state molte iniziative per promuovere la proposta di legge delle opposizioni di Governo sul salario minimo – rimarca – ma ci sono stati anche diversi Comuni che hanno anticipato i tempi (come, ad esempio, quello di Livorno)”.
“Il nostro gruppo – annuncia – vuol far propria questa linea e propone che una simile clausola venga inserita nelle procedure per gli appalti pubblici comunali”.
“Anche il Comune di Bagno a Ripoli – ricorda – oltre agli appalti per i lavori pubblici, ha una serie di servizi esternalizzati, che vanno, per esempio, da quelli educativi dei nidi comunali, al servizio scuolabus e pre-post scuola, a quelli di pulizia e guardiania, alla protezione civile od alla biblioteca comunale, …”.
“Nelle gare per affidarli – aggiunge Redini – ad oggi l’amministrazione è tenuta a rispettare, da Codice degli Appalti, i contratti collettivi, senza poter incidere sul costo della manodopera, anche là dove si possono trovare situazioni retributive con minimi tabellari ben al di sotto dei nove euro l’ora”.
“Si tratta di una scelta verso il riconoscimento del valore del lavoro – puntualizza in conclusione – e il contrasto alla povertà lavorativa, che deve coinvolgere anche l’interesse e l’ambito comunale, primo luogo in cui gli impegni politici devono tradursi in realtà”.
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