PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – Nei giorni scorsi nel reparto di Oncologia dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri si è tenuto un concerto molto speciale.
Questo è il racconto… .
Le scale che conducono al terzo piano del reparto di Oncologia dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri sono molto impegnative.
Salgono ripide e si arriva giĂ con il fiatone prima ancora di aver iniziato tutto quello che poi attende chi si ritrova costretto a salirle quelle scale.
Una volta arrivati si viene accolti da chi diventa l’unico appiglio capace di rimettere insieme i pezzi del tempo che improvvisamente si è fermato, frantumato.
Un andirivieni di persone in camice e non solo che si muove per le sale d’attesa e lungo i corridoi mescolandosi ai pazienti, destini che casualmente si affiancano ma che camminano strade diverse.
I sorrisi gentili che si intravedono dietro alle mascherine del personale medico si incontrano con gli occhi spenti di chi si è perso dentro ad una diagnosi troppo pesante da sorreggere.
Ho scoperto l’unico luogo al mondo dove davvero il tempo assume l’importanza che merita, che ci insegna a non far trascorrere nemmeno un giorno con indifferenza.
Un tempo faticoso, quello di chi è malato e difficile da incastrare nella vita perché inaridisce la capacità di progettarla quella vita e di continuare a vederla con prospettiva.
Loro hanno a che fare con l’umanità delle persone, la toccano ogni giorno e la manipolano con cura, come se fosse cristallo, e ce ne rendiamo conto solo quando siamo coinvolti.
Questo è quello che ho visto fare nel reparto di Oncologia dell’ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri, dove il dolore, la paura e la fragilitĂ vengono osteggiati dalla professionalitĂ di chi ha dedicato la propria vita per una professione che, di fatto, aiuta gli altri.
Uomini e donne il cui lavoro diventa una ciambella per chi si trova in un mare con onde altissime.
Un luogo dove sul dolore vengono ricostruite le speranze, assistendo, spiegando, accompagnando, aiutando.
Dove la routine è fatta di un unico ingrediente, la passione.
Parlare di gratitudine da parte di chi si sta curando è banale, e pare opportunismo dettato dalla sorte, ma valorizzare la professionalità e l’umanità di chi svolge lavori è fondamentale.
In quel luogo non ci sono super eroi, ci sono medici e infermieri che a Natale sanno anche cantare ed organizzano il concerto piĂą bello del mondo.
Oggi il mio augurio di buon Natale è per tutti loro.
Silvia Rabatti
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