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giovedì 28 Marzo 2024
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    C’è un ponte antico (anzi due) da salvare dai lavori della Terza Corsia

    Il sindaco Casini risponde allo storico: "Il Ministero conosce il caso". Guerrini: "Quei ponti meritano attenzione"

    BAGNO A RIPOLI – C'è un ponte su uno degli affluenti dell'Isone, nella zona di San Donato in Collina che dovrà essere "rimodellata" secondo il progetto di ampliamento della terza corsia dell'A1. Per gli studiosi quel ponte per tradizione ritenuto "romano", rischia di essere sommerso dalla risistemazione nella zona delle terre di scavo del cantiere.

     

    Il sindaco Francesco Casini risponde allo storico Silvano Guerrini e rassicura: "Il tema del ponte romano è stato tema di discussione sia in sede di Valutazione di Impatto ambientale dell'opera (2011-2014, quando sindaco era Bartolini) sia in ultima istanza in sede di conferenza dei servizi dello scorso maggio"

    Continua Casini: "Le osservazioni non sono state presentate solo dalla nostra amministrazione ma seguite direttamente dalla direzione generale del Mibac (Ministero dei beni ambientali e culturali) sempre presente alla conferenza. La questione è seguita passo passo dal Ministero".

    Ma il ponte "romano" non è il solo in quella zona, c'è un'altra opera in pietra, una costruzione medievale, sullo stesso fossato di Vicelli e Guerrini spiega la sua importanza:  "A monte di questo ponte in mattoni esiste un altro ponte, sempre sul fossato di Vicelli, dove sulla strada che scende dalle Quattro Vie si incontra, sulla sinistra, un antico tabernacolo descritto fra l'altro negli Spogli del Domestico alias Bindo Simone Peruzzi (Accademia La Colombaria, manoscritto del 1741, vol. 2, cc. 937-938)".

     

    La preoccupazione è la stessa: "Immagino che anche questo ponte sarà sommerso dalla terra ma risulta che si tratta del primo ponte medievale di pietra documentato nel territorio fiorentino costruito con appalto del 5 aprile 1293 sul fosso di Vicelli su quella che allora era la vecchia strada aretina che passava dal Bigallo e proseguiva per Figline attraverso il valico del San Donato".

     

    Per lo studioso di storia serve trovare delle soluzioni per mantenere in vista i due ponti: "La Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana  ha ottenuto di salvare parte del basolato in pietra (la pavimentazione, ndr) del tratto della medesima strada fra San Donato in Collina e Troghi, basolato residuo verosimilmente non originale per i restauri sicuramente avvenuti nel tempo ma si è voluto  conservare la testimonianza del tipo di pavimentazione stradale dell'antico tracciato. I due ponti meriterebbero altrettanta attenzione, fors'anche di più del basolato. E non credo che per questo si debba stravolgere il progetto. Mi parrebbe una questione di buon senso e di lungimiranza culturale".

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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