BAGNO A RIPOLI – “Il Giorno della Memoria a Bagno a Ripoli è diventato il giorno dell’assoluzione di Israele da qualsiasi cosa faccia”.
Lo dice Potere al Popolo, nella sua articolazione ripolese: “L’amministrazione comunale – rimarca – insieme a molte realtà associative del territorio, si è molto prodigata nell’organizzare le celebrazioni della Giornata della Memoria”.
“Uno zelo quasi stupefacente – aggiungono – non fosse che quest’amministrazione, non certo per conto del popolo ripolese, ha da “farsi perdonare” gli avvenimenti dello scorso anno, quando – ci preme ricordarlo – fummo l’unico soggetto politico ad esprimere pubblicamente solidarietà ad ANPI Bagno a Ripoli, rea a detta della Comunità Ebraica di Firenze (e di tanti “locali”, ex primo cittadino compreso) di aver optato per organizzare il 27 gennaio un dibattito su un, a detta loro, inopportuno parallelismo tra il genocidio che avvenne 80 anni fa e ciò che Israele compie sul popolo palestinese oggi”.
“Leggendo il testo della legge N.211 del 20 luglio 2000 che ha istituito la Giornata della Memoria – rilancia PaP – si evince chiaramente la volontà del Legislatore (e non di Potere al Popolo) di ricordare tutte le vittime delle deportazioni nazifasciste nei campi di sterminio, accompagnando il ricordo ad una riflessione. Anzi, il primo: il ricordo dovrebbe esser (giustamente) fine alla seconda. Altrimenti che si ricorda a fare?”
“Qui no – accusano – Non si parla di militari, partigiani, sinti e rom (verrà mai il giorno in cui il Porrajmos riceverà la stessa attenzione della Shoah?), omosessuali disabili, testimoni di Geova. Ci si focalizza ossessivamente sulle sofferenze occorse agli ebrei per mano nazifascista”.
“Abbiamo le spalle larghe – puntualizzano – e non temiamo accuse di antisemitismo (pur dichiarandoci convintamente antisionisti): le sofferenze a cui sono andati in contro molti ebrei, anche ripolesi, ci stanno a cuore. Allo stesso tempo ci sta a cuore che questa giornata non diventi un’occasione di prostrazione dell’amministrazione ripolese a consoli onorari e sgherri vari, del noto Stato genocida”.
“Vogliamo che la memoria – dicono ancora – sia davvero uno strumento che imponga a tutto il nostro popolo, istituzioni in primis, di attivarsi fattivamente affinché ciò che è avvenuto nel passato qui ed avviene nel presente altrove, non avvenga più e anzi smetta di avvenire”.
“Iniziamo dal chiedere che sia annullato quel penoso atto – entrano nello specifico – eredità della consiliatura precedente, che – senza alcun voto contrario nel consiglio comunale – certificava la solidarietà di Bagno a Ripoli col popolo di Israele. Che nel mentre era impegnato per mano delle proprie forze armate ed i coloni, già da due mesi in uno sterminio senza precedenti di innocenti in Palestina; spacciandolo per antiterrorismo e adducendo come alibi… il diritto di Israele a esistere e difendersi”.
“Rinnoviamo inoltre – rilanciano – la proposta di intitolare la piazza di Grassina, la frazione più popolosa di Bagno a Ripoli ai Martiri di Gaza. Oltre a questi atti formali, ma estremamente importanti nel loro simbolismo, chiediamo un approccio più serio da parte delle istituzioni locali, circa un tema che tutto è fuorché appannaggio del passato e materialmente non ripetibile nel presente”.
“Abbiamo da 15 mesi – sottolineano – la certezza che nel presente un Genocidio si può realizzare eccome. Lo si può realizzare e con l’Occidente collettivo colpevole tramite le proprie istituzioni ed i propri mezzi di comunicazione, di fornire una copertura morale e materiale a chi, ad oggi, ha tolto la vita – trai tantissimi altri – a 20.000 bambini”.
“Il nostro dovere – conclude PaP Bagno a Ripoli – è quantomeno non dimostrare connivenza verso chi ha le mani sporche di sangue innocente e sudditanza verso chi tali atrocità cerca di celarle e mistificarle”.
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