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venerdì 26 Aprile 2024
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    Da un gruppo di ragazzi del comitato: inizieranno ad occuparsi dei campi a tempo pieno

    BAGNO A RIPOLI – “Fermiamo la svendita di Mondeggi e ricostruiamone insieme il futuro”.

     

    Va in scena la tre giorni dedicata alla rinascita della “fattoria senza padroni” e a Mondeggi arrivano comitati e associazioni da tutta Italia per parlare di beni comuni.

     

    C'è una zona tende e c'è la cucina all'aria aperta dove si preparano centinaia di pasti come in una sagra di paese. Ci sono i laboratori di scuola contadina  e da sabato sera c'è anche un “presidio contadino”.

     

    Un gruppo di ragazzi del comitato Mondeggi Bene Comune abiterà una delle case coloniche della tenuta abbandonata. Non più solo lavori nel tempo libero, inizieranno ad occuparsi dei campi con più continuità.

     

    Un corteo sabato pomeriggio ha attraversato gli ettari di Mondeggi da Capannuccia, davanti alla villa, fino al luogo della festa e ora del presidio: “Provincia di Firenze guarda quanti siamo, la terra non la vendiamo”.

     

    Tra gli applausi la porta della casa colonica è stata aperta e ora sulla facciata sventola lo striscione “La terra non si svende si coltiva”.

     

    L'iniziativa serve ad affrontare il caso Mondeggi: una azienda di proprietà della Provincia, in liquidazione dal 2009 e ora nel piano di alienazione.

     

    Alla Provincia serve recuperare circa 10 milioni di euro, per coprire il contributo da pagare allo Stato in ragione del “decreto degli 80 euro”.

     

    Il movimento invece vorrebbe fare di Mondeggi un modello di agricoltura sostenibile, l'esempio di un bene a disposizione della comunità.

     

    Un progetto potrebbe essere presto presentato al Comune di Bagno a Ripoli, alcune carte sono già state preparate dagli studenti del corso di pianificazione urbanistica dell'università di Firenze guidati dalla professoressa Daniela Poli, che ha promosso l'appello contro la vendita raccolto da circa 80 professori universitari:

     

    “Abbiamo pensato a ricreare la struttura della vecchia fattoria – spiega la docente – con la villa al centro, dove potrebbe nascere una scuola di alta formazione per l'agricoltura, e una divisione in poderi autonomi sulla scia della vecchia mezzadria dove ogni contadino era di per sé un imprenditore, gestiva in autonomia i suoi campi”.

     

    Tra vigne e pascoli nel progetto c'è la casa delle sementi antiche, quelle con meno glutine che la sapienza contadina conservava e che la produzione industriale ha portato a scomparire.

     

    Ad ascoltare i tavoli di discussione sabato mattina c'erano la consigliera Beatrice Bensi e l'assessore all'urbanistica Paolo Frezzi: “E' un peccato un luogo come questo sia lasciato in malora, esperienze come queste possono contribuire a prendersi cura del nostro territorio”.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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