ANTELLA (BAGNO A RIPOLI) – La Misericordia dell’Antella ricorda che venerdì 11 febbraio si celebra la 30ma Giornata Mondiale del Malato, e invita tutti a visitare le persone malate del proprio vicinato e a non lasciarle mai sole nella malattia.
Molti sono gli appuntamenti di preghiera predisposti per questa giornata nella antica Pieve dell’Antella.
Ore 9 e 18 Santa Messa; ore 9.30, 15, 17.30 e 21.15 recita del Santo Rosario; ore 12 Angelus.
“La Pieve – sottolinea il Pievano e Correttore della Misericordia, don Moreno Bucalossi – rimane aperta in questi orari per dare la possibilità di venire a pregare la Vergine Maria, salute degli infermi, per i malati, per tutti coloro che soffrono nel corpo e nello spirito”.
Papa Francesco nel suo messaggio per questa speciale giornata, giorno in cui la Chiesa ricorda le apparizioni della Madonna di Lourdes, scrive: “Come non ricordare, i numerosi ammalati che, durante questo tempo di pandemia, hanno vissuto nella solitudine di un reparto di terapia intensiva l’ultimo tratto della loro esistenza, certamente curati da generosi operatori sanitari, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro vita terrena?
Ecco, allora, l’importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull’esempio di Gesù, misericordia del Padre, versino sulle ferite dei malati l’olio della consolazione e il vino della speranza.
L’invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre acquista un significato particolare per i numerosi volontari che donano tempo prezioso a chi soffre.
La vicinanza agli infermi e la loro cura pastorale non è compito solo di alcuni ministri specificamente dedicati; visitare gli infermi è un invito rivolto da Cristo a tutti i suoi discepoli. Quanti malati e quante persone anziane vivono a casa e aspettano una visita!
Il ministero della consolazione è compito di ogni battezzato, memore della parola di Gesù: “Ero malato e miavete visitato”.
Dalla Curia fiorentina don Luca Carnasciali, responsabile della Pastorale della Salute, sottolinea come sia “bellissima e gravosa la responsabilità di stare accanto ai sofferenti, cercando di essere testimoni della carità di Dio, della sua misericordia”.
“Allo stesso tempo – conclude don Carnasciali – non perdiamo l’occasione e la sfida di ricordare a tutti e a spronare ogni persona, specie se battezzata, a farsi prossima a chi è nel bisogno”.
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