BARBERINO TAVARNELLE – Il “Faro”, centro di aiuto allo studio a Barberino Tavarnelle, ancora oggi, dopo quasi due anni dal suo inizio (nel gennaio del 2023) dà prova della sua notevole importanza all’interno della nostra comunità.
Luogo di scambio, accrescimento, dove le differenze si annullano, e ciascuno si pone al servizio
dell’altro.
Sono Valerio Pampaloni, insegnante di matematica in pensione e alcuni suoi ex alunni, nonché studenti universitari, le colonne portanti di questa iniziativa. Persone diverse, ma accomunate da un grande cuore, umiltà e dedizione.
Nei confronti di ragazzi e ragazze più piccoli, che tutti i giorni tra i banchi di scuola si scontrano con piccole o grandi difficoltà.
“Ci ritroviamo ogni martedì e venerdì – racconta Valerio Pampaloni – presso l’ex biblioteca di
Tavarnelle, per cercare di aiutare i ragazzi nello svolgimento dei compiti”.
Un progetto, in forma completamente gratuita, che risponde ad un bisogno del nostro paese che si fa sempre più crescente. Siamo dunque andati a trovarli.
“Ciò che non è mai cambiato – ci confida Pampaloni – è l’entusiasmo. Nei nostri occhi, a fine anno, riscopriamo lo stesso desiderio e la medesima volontà di non fermarci”.
Non mancano, tuttavia, i punti deboli e le criticità. Possono di fatto verificarsi momenti più difficili a causa dell’alto numero di richieste e del poco personale, affaccendato dagli impegni
universitari.
“A proposito di questo – ci spiega Pampaloni – abbiamo diffuso la nostra voce per il paese e tramite il web. Con l’auspicio che qualcuno possa aggregarsi…”.
“A volte è complicato – prosegue uno dei volontari – rispondere a richieste che necessitano di un aiuto personalizzato”.
Scopo del gruppo è infatti quello di far maturare un metodo di studio ai ragazzi e alle ragazze.
Essere per loro un “faro” appunto, un punto di partenza, da cui progressivamente distaccarsi e “navigare” in autonomia. Qui si ricevono gli strumenti, le basi, per poi riuscire a camminare da soli.
“E’ difficile agire anche laddove manca la motivazione del ragazzo – continua uno tra i volontari In questi casi dovremmo avere un rapporto più diretto con i genitori, che in questi anni purtroppo ci è mancato”.
Chiediamo cosa significhi davvero mettersi al servizio altrui, essere una spalla per questi adolescenti.
“E’ innanzitutto soddisfazione – ci racconta Marco – è difficile, ma al contempo appagante. Trasmettere qualcosa del mio bagaglio conoscitivo per arricchire l’altro mi rende felice”.
“Al di là degli aspetti scolastici – aggiunge Lorenzo – è un vero e proprio arricchimento personale da entrambe le parti. E’ una perenne sfida alla ricerca di una diversa via per
ciascuno di loro. Insomma, una crescita continua”.
“Non sempre è facile – ammette ancora Giada – ma è lì che ci si mette davvero in gioco. Dinanzi alla difficoltà non puoi arrenderti. Piuttosto sei costretta a trovare la chiave più giusta. E quando riesci a trovarla la soddisfazione è ancora maggiore”.
Un gruppo quindi che si fa carico dei dubbi, delle perplessità e dei punti deboli degli altri. Per far sì che questi ultimi non siano più ostacoli ma veri punti di forza e di partenza.
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