BADIA A PASSIGNANO (BARBERINO TAVARNELLE) – Badia a Passignano in festa per San Giovanni Gualberto, patrono delle guardie forestali italiane.
La comunità di Barberino Tavarnelle si è ritrovata nell’abbazia millenaria per celebrare la storia, il percorso religioso e il segno di rinnovamento impresso nel sistema ecclesiastico nell’anno Mille.
Il nome di San Giovanni Gualberto è passato alla storia come fondatore della Congregazione vallombrosana, derivata dall’ordine benedettino, basata sulla regola di San Benedetto.
E’ a San Giovanni Gualberto che nell’undicesimo secolo si deve la costruzione dell’abbazia di Badia a Passignano, uno dei monasteri spiritualmente e culturalmente più vivi d’Italia, abitati da un gruppo di monaci testimoni della storia e della dimensione religiosa ereditata proprio dal santo.
Una celebrazione che quest’anno ha avuto un profilo ancora più rilevante per l’anniversario che è stato ricordato dalle istituzioni religiose e dalla popolazione: i 950 anni dalla morte del monaco, avvenuta il 12 luglio 1073 a Badia a Passignano.
L’iniziativa, promossa e organizzata dai monaci di Badia a Passignano, guidati dal Superiore di Badia a Passignano don Jinsho Kuriakose, ha previsto la celebrazione della Santa Messa nella chiesa di San Michele Arcangelo a Passignano.
Alla quale hanno preso parte il sindaco David Baroncelli, il vicesindaco Roberto Fontani, il comandante dei carabinieri forestali di Firenze, il colonnello Luigi Bartolozzi.
La Santa Messa è stata presieduta dal vescovo di Fiesole, Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Stefano Manetti.
Al santo, che si distinse per la cura dei boschi e la tutela ambientale, l’amministrazione comunale ha dedicato anche uno dei nuovi percorsi della rete sentieristica realizzata in collaborazione con il Cai (sezione Firenze).
Che racconta la storia del santo, tra miti e leggende, lungo il percorso ad anello che collega Sambuca a Badia a Passignano. Lungo la strada sono presenti tracce e testimonianze che rievocano la storia.
Il percorso prevede una tappa alla cappella nei pressi della località Mulino dell’Abate. Secondo la tradizione, quello della Cappella è il luogo che ospita il masso miracoloso che curava Giovanni Gualberto da penosa ischiade, come rivela la lapide collocata nell’atrio.
“Il santo, in preghiera – racconta il sindaco David Baroncelli – vi si sdraiava, sofferente lasciando impressa la forma del proprio corpo”.
“Altri elementi – conclude – legati al percorso del santo sono il Mulino dell’Abate, dove il santo portava a macinare il proprio frumento, e la presenza dei massi lungo la Pesa che, secondo la leggenda, il diavolo avrebbe scagliato contro il santo in preghiera”.
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