TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Tante le persone che ieri pomeriggio (dalle 18.30) si sono riunite in piazza Matteotti (a Tavarnelle) – prima davanti all’Ufficio Informazioni Turistiche e poi di fronte al palazzo comunale – per manifestare contro la Regione Toscana e il Comune di Barberino Tavarnelle.
E per esprimere il dissenso verso una decisione per loro inaccettabile: l’autorizzazione al raddoppiamento della produzione della Distilleria Deta (da 150 a 300 giorni all’anno), e la costruzione di una ciminiera alta circa 60 metri (quella attuale misura 22 metri).
A organizzare la manifestazione il Comitato per la Tutela e la Difesa della Val d’Elsa – che vede riuniti i quattro comuni di Barberino Tavarnelle, Poggibonsi, San Gimignano e Certaldo e che è presieduto da Arturo Giolitti – che si batte ormai da tempo sulla questione.
E che anche ieri è tornato a far sentire la sua voce, stavolta in piazza. In maniera del tutto pacifica, ma ferma e risoluta.
Con l’obiettivo di trovare un dialogo con le istituzioni “e soprattutto – sostengono dal Comitato – una soluzione per il benessere fisico ed economico di tutti coloro che popolano la Val d’Elsa (e non solo)”.
“Su quella vallata – si riferisce all’area intorno alla Distilleria Deta Riccardo Bordoni, che vive e lavora a Poneta, dove affitta degli appartamenti – si affacciano tante aziende agricole e agrituristiche che hanno una forte connotazione nel tessuto economico del territorio”.
“La nostra è un’azione che va a vantaggio di tutta la comunità – spiega – E’ da due anni che le emissioni sono aumentate a dismisura. Abbiamo paura che tutto ciò abbia delle ricadute sulla salute, sull’ambiente e sull’economia”.
“Non bisogna considerare soltanto i posti di lavoro che aumenterebbero con l’incrementare della produzione – aggiunge Riccardo Bordoni – Ma anche le conseguenze negative che questo avrebbe su tutto il territorio”.
“Da quando c’è la nuova gestione (cioè dal 2017) – a parlare a nome dei cittadini è Gioietta Bagaggiolo, che abita nella zona di Treppiè – sentiamo degli odori forti a tal punto che non possiamo aprire le finestre”.
“Innanzitutto vogliamo sapere cosa esce da quel camino – dice, risoluta – E poi pretendiamo che venga trovata una soluzione, in quanto i prodotti di scarto possono essere eliminati prima di disperdersi nell’aria”.
“Si parla (giustamente) sempre più di filosofia green e di sostenibilità ambientale – interviene Bordoni – Ciò che stiamo vivendo non è assolutamente compatibile con gli anni 2020”.
“La distilleria lavora per il proprio tornaconto – riprende la parola Gioietta Bagaggiolo – E noi ci sentiamo abbandonati: il Comune di Barberino Tavarnelle non ha lottato per tenere sotto controllo la situazione”.
“Abbiamo avuto una serie di incontri con David Baroncelli – prosegue – Ha cercato di tranquillizzarci, ma noi non siamo affatto tranquilli, visto anche quanto successo con la Sr 429 tra Empoli e Castelfiorentino”.
“Il sindaco deve stare dalla parte dei cittadini – concludono Riccardo e Gioietta – Siamo il popolo. Siamo le attività del territorio”.
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