BARBERINO TAVARNELLE – “Un mese addietro abbiamo chiesto all’Arpat di conoscere i dati che erano risultati non conformi ai valori limite di emissioni odorigene”.
Inizia così la presa di posizione del Comitato per la Difesa e la Tutela della Valdelsa sulla questione delle recenti emissioni di odori dalla distilleria Deta.
“L’Arpat – prosegue il Comitato – ha chiesto all’azienda, parte controinteressata, di poter mettere a nostra disposizione tali dati. Avevamo fiducia che non ci fosse alcun pregiudizio da parte aziendale, che decanta principi di trasparenza. Abbamo appreso il 13 aprile l’azienda che l’azienda ha prodotto un diniego”.
“Nondimeno – riprende il Comitato – l’Arpat, valutate le motivazioni all’opposizione e ritenute non riconducibili alle cause di esclusione previste dalla normativa e dal regolamento in materia di accesso ai documenti amministrativi e informazioni ambientali, ha disposto l’accoglimento della nostra istanza e ci ha trasmesso copia della documentazione”.
“La lettura dei rapporti di prova – denunciano – è peggio di quello che ipotizzavamo. Dall’analisi dei prospetti è del tutto evidente che dalle unità di misura delle migliaia i dati sono passati alle decine di migliaia. Ossia dal valore permesso di 3.400 leggiamo anche valori medi di 13.455 e 13.915 unità odorigene”.
“Con i fatti – rilanciano – le nostre preoccupazioni, conclamate dalle centinaia di segnalazioni erano fondate. Ci chiediamo come mai l’azienda si ostini a mantenere una tecnologia obsoleta, provocando disagio e danni di varia natura. Anche alla salute mentale dei cittadini per il continuo stato di disturbo olfattivo”.
“Ci chiediamo – rincarano – come le istituzioni possano aver permesso questo scempio ambientale nel paradiso dell’enologia italiana. Il Chianti, “Gotha del vino”, luogo ameno dove tutto il mondo desidera venire, terribilmente appestato da sentori nuseabonsi per i quali ci riserviamo anche di approfondire le ricadute”.
“A breve – annunciano in conclusione – chiederemo un’indagine sulle componenti odorigene. Nondimeno la Regione Toscana ha diffidato l’azienda a sospendere l’esericio dell’impianto restando l’obbligo di procedere al ripristino funzionale dell’impianto nel più breve tempo possibile”.
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