SAN DONATO IN POGGIO (TAVARNELLE) – Innovazione e qualità del prodotto sono due fattori fondamentali per migliorare il trasporto ferroviario regionale. E le aziende che continueranno a investire su questo fronte riusciranno ad essere ancora protagoniste dei nuovi scenari che si delineeranno nei prossimi anni.
E' quanto emerso durante il convegno “L’altra velocità. Il trasporto ferroviario locale tra innovazione tecnologica e sostenibilità sociale”, che si è tenuto questa mattina nella sede di Intersys, azienda di San Donato in Poggio specializzata nella produzione di sistemi elettrici, elettronici, pneumatici e di illuminazione per treni e metropolitane.
IL CONVEGNO
Un incontro al quale hanno partecipato il viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini, l’assessore regionale ai trasporti Vincenzo Ceccarelli, il responsabile Ricerca e Sviluppo di Rfi Enzo Marzilli, il consigliere delegato alla mobilità della Città metropolitana Massimiliano Pescini che, moderati dalla giornalista de Il Sole 24 Ore Silvia Pieraccini, si sono confrontati davanti ad una platea formata dai rappresentanti dei più importanti players del settore.
Molti i temi trattati durante il dibattito, su tutti quello relativo ai timori per possibili delocalizzazioni all'estero nell'ambito della gara per i treni regionali bandita da Trenitalia per 4,5 miliardi e affidata a Hitachi e Alstom.
Secondo il viceministro Nencini la strategia vincente per le aziende che lavorano in questo settore è puntare su costo e qualità.
“La Toscana – ha detto – ha un distretto nazionale e internazionale di prima categoria ed è corretto che le grandi imprese che hanno vinto i grandi appalti si rivolgano intanto alla piccola e media impresa toscana, che mantiene un livello di eccellenza molto alto”.
Per l'assessore Ceccarelli realtà come Intersys “sono un vanto e un orgoglio per il made in Italy e la Toscana, perché aziende che hanno una dimensione operativa internazionale e puntano sulla ricerca e sulla qualità sono fondamentali per migliorare il servizio regionale”.
L'assessore ha poi indicato gli altri fattori decisivi per il miglioramento del servizio ferroviario regionale, come l'investimento nelle infrastrutture che Rfi sta facendo in maniera significativa anche in Toscana, frutto dell'accordo siglato ad aprile di quest'anno, e la forte integrazione tra il servizio regionale e l'alta velocità e quella tra il ferro, la gomma e la metropolitana.
“Su questo – ha detto l'assessore – stiamo lavorando in un rapporto stretto con la Città metropolitana e i comuni perché l'integrazione intermodale è fondamentale per un trasporto pubblico efficiente ferro-gomma, e aggiungo anche la bicicletta, che consenta di trasferire una gran parte dei passeggeri dall'auto privata, che soffoca e inquina, su un trasporto pubblico locale efficiente”.
Sugli investimenti è intervenuto Enzo Marzilli, responsabile di ricerca e sviluppo di Rfi, che ha confermato i 70 milioni di euro per il nodo fiorentino.
“Un investimento che riguarda l'innovazione tecnologica e che svecchia completamente le logiche di controllo delle stazioni, permettendo di ridurre i tempi di percorrenza sulle tratte e di mettere più treni sulla stessa tratta, con una maggiore fluidità in ingresso e in uscita dalle stazioni”, ha detto Marzilli, spiegando che le tecnologie di altissimo livello utilizzate per l'alta velocità saranno trasferite al servizio di tutta la rete e assieme ai nuovi treni più moderni e con prestazioni migliori permetteranno di gestire il nodo come una metropolitana. L'alta velocità, insomma, al servizio dell'“altra velocità”.
TAGLIO DEL NASTRO PER I NUOVI LOCALI
Al termine del confronto sono stati inaugurati i nuovi locali della produzione, con i quali Intersys ha triplicato la storica sede in località San Donato in Poggio, rimarcando il forte legame con il territorio del Chianti.
Un successo dovuto a molti fattori, che il fondatore e amministratore delegato Gianluca Piccioli spiega così: “Intersys non si è mai limitata semplicemente a rispondere alle esigenze dei propri clienti, ma ha sempre cercato con loro di costruire una collaborazione che comprendesse tutte le fasi produttive, dalla progettazione, alla prototipazione, all’industrializzazione fino alla produzione di serie, comprendendo anche le prove relative alla qualità e alla certificazione".
"L’azienda – rimarca Piccioli – nel tempo, si è quindi dotata di un’organizzazione che coprisse in termini di risorse umane e competenze tutti i processi. Al suo interno, infatti, collaborano progettisti di alto profilo tecnico, qualificate figure produttive per le lavorazioni e gli assemblaggi, persone certificate per il controllo di un indotto particolarmente sviluppato e per la gestione dei sistemi di qualità interni".
"Accanto alla parte tecnica e produttiva – conclude – la crescita Intersys si è imposta nel mercato attraverso figure tecnico-commerciali di grande esperienza, una gestione aziendale puntuale ed efficiente, un’amministrazione attenta e rigorosa”.
Oggi in Intersys, che chiuderà il 2016 con un fatturato superiore ai 9 milioni, lavorano circa 50 persone, alle quali si aggiunge un'importante rete di consulenze esterne, come quella con Costa Consulting, che completano il servizio offerto ai clienti e contribuiscono ad accrescere le competenze e il valore della fornitura.
di Redazione
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