BARBERINO TAVARNELLE – Una settimana fa la comunità di Barberino Tavarnelle ha perso un pezzo importante della sua storia: venerdì 4 aprile si è spento, all’età di 81 anni, Paolo Checcucci, meglio noto come “Paolo di’ Ciappi”.
Tutti lo conoscevano (e gli volevano bene) perché ha gestito per una vita intera l’alimentari in via Roma.
Sin da bambino è stato dietro il bancone con la sua mamma, dalla quale gli era derivato anche un altro soprannome: “Paolo della Noemi”.
Come ci raccontò quando lo intervistammo in occasione della chiusura, avvenuta (a malincuore) il 31 dicembre 2013, si trattava della bottega più antica del paese: già nel 1720 in quel fondo c’era un’osteria.
Negli anni Venti la acquistarono i suoi nonni. E da allora è stata proprietà della famiglia per ben tre generazioni, fino a Paolo. Da allora i Ciappi e i Checcucci sono stati al servizio del paese per quasi cento anni.

Oltre al suo lavoro, che ha sempre svolto con grande dedizione e affetto per i clienti, un’altra sua grande passione è stata il calcio.
Ha giocato come difensore a Tavarnelle, Empoli e nella Fiorentina. Dopo il ritiro, ha tifato con ardore la squadra gialloblu, seguendola anche nelle trasferte.
E’ stato anche un pilastro della Misericordia di Barberino Tavarnelle: entrato nell’associazione come Confratello nel 1967, tra il 1972 e il 1991 divenne membro del Magistrato e sotto la presidenza Riccardo Gabbrielli fu vice provveditore.
Nel pomeriggio, da quando era andato in pensione, passava un’oretta all’Acli: giocava a briscola e scherzava. Gli piaceva trascorrere il tempo con i suoi amici e la sua famiglia, composta dalla moglie Maria, i figli Massimo e Maurizio e le quattro adorate nipoti.
Paolo era un’anima buona: gli capitava spesso di commuoversi. Era molto generoso e di compagnia.
E allo stesso tempo schietto e diretto: senza peli sulla lingua, diceva quello che si sentiva di dire, sempre nel rispetto degli altri.
Ce lo hanno raccontato quattro che l’hanno conosciuto… molto bene.
PAOLO FRANCINI
“Ci conoscevamo da quando eravamo bambini – inizia Paolo Francini, amico storico di Paolo – Ma il nostro rapporto si è consolidato una trentina di anni fa, quando abbiamo iniziato a uscire nello stesso gruppo, formato da sei o sette coppie”.
“Ultimamente la domenica sera andavamo sempre a mangiare la pizza tutti insieme – dice – e Paolo e Maria, sua moglie, venivano in macchina con me”.
“La nostra amicizia andava anche oltre la comitiva – aggiunge Paolo – Noi quattro siamo stati anche in vacanza in montagna, alle terme e a pranzo fuori in Versilia con degli amici di Firenze”.
PIERO BILIOTTI
“Conoscevo Paolo da sempre – a parlare è Piero Biliotti, anche lui parte dello stesso gruppo – Siamo stati amici per la pelle. Abbiamo condiviso tanti momenti: la domenica andavamo spesso a mangiare la pizza con le nostre mogli e altri amici”.
“Conoscevo bene anche la sua mamma, Noemi, che mi è rimasta nel cuore – si commuove Piero – perché nell’immediato dopoguerra, quando c’era il pane a tessera, ha aiutato la mia famiglia. Per questo le sarò sempre grato”.
FLORIO CONTI
“Paolo era mia cognato: ha sposato mia sorella, Maria – la parola passa a Florio Conti – Quando eravamo giovani, andavamo spesso a ballare noi quattro: io, mia moglie Adriana, lui e mia sorella Maria. Poi negli anni abbiamo condiviso pranzi e gite fuori porta”.
“Entrambi abbiamo gestito per tanti una bottega in via Roma: lui l’alimentari, io e mio fratello Benito la sartoria – prosegue – Tutte le mattine, prima di alzare la serranda, passava a farci un saluto”.
“In occasione della Festa dei Rioni – dice ancora Florio – ci trovavamo ad organizzare le serate e i giochi: eravamo entrambi del Fondaccio”.
RICCARDO GABBRIELLI
“Negli anni in cui sono stato presidente e Paolo vice provveditore – interviene Riccardo Gabbrielli – abbiamo fatto una… rivoluzione alla Misericordia di Barberino Tavarnelle”.
“Inizialmente – spiega – la struttura era costituita solo dalla parte in pietra; noi l’abbiamo ampliata. Poi abbiamo aperto gli ambulatori e il centro ascolto”.
“Prima di noi soltanto i soci usufruivano dei servizi senza pagare – prosegue – Invece secondo noi la Misericordia avrebbe dovuto essere di tutti. E così è stato: l’intervento dell’ambulanza divenne gratuito per tutti”.
“Abbiamo trascorso tanto tempo insieme, tra riunioni e cose da fare – Riccardo ricorda quei momenti – Non la pensavamo sempre allo stesso modo ma avevamo entrambi uno spirito di collaborazione. Eravamo tutti e due molto legati alla Misericordia e intenzionati a portarla avanti al meglio”.
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