SAN DONATO IN POGGIO (BARBERINO TAVARNELLE) – Due mondi diversi, due linguaggi espressivi, lontani e vicini allo stesso tempo, che si ritrovano e si intrecciano nella forza dello sguardo, in un linguaggio che evoca, racconta, ricorda con la potenza veritiera, e mai ingannevole, degli occhi.
Per vedere la realtà riflessa nello specchio dell’anima con le propaggini del cuore.
Lo scultore Paolo Staccioli e il pittore Danilo Fusi, amici di infanzia, entrambi scandiccesi, creano nel nome della cultura contemporanea post-pandemica un nuovo punto di contatto e di visioni interpretative, un’inedita fusione di percorsi ed esperienze attraverso l’allestimento curato da Gabriele Silvestri.
E’ la mostra “Il linguaggio degli occhi” che ha apderto i battenti a San Donato in Poggio, nel comune di Barberino Tavarnelle.
Si tratta della prima manifestazione di un ricco programma di eventi espositivi, promosso e organizzato dall’assessorato alla Cultura del Comune di Barberino Tavarnelle, che fa approdare a Palazzo Malaspina, fulcro artistico del borgo medievale di San Donato in Poggio, alcune delle migliori espressioni di arte contemporanea, italiana e straniera, fino al prossimo autunno.
Una cinquantina i capolavori complessivi che danno forma all’allestimento, selezionati dalla produzione dell’uno e dell’altro artista, disposti in tutti gli spazi dell’edificio rinascimentale che si compone di tre piani.
I guerrieri e le guerriere, i viaggiatori e le viaggiatrici, figure antropomorfe dai tratti non definiti di Paolo Staccioli dialogano, sorvegliano, proteggono i volti classici, gli sguardi ben delineati, tutti femminili, di Danilo Fusi.
“Prendendo spunto da un pamphlet dell’economista Carlo Maria Cipolla – spiega Gabriele Silvestri – che racconta di una storia d’amore tra due persone appartenenti a ranghi sociali differenti ho voluto sottolineare che, anche se distanti, due dimensioni, due stili artistici possono incontrarsi e completarsi”.
“Se da un lato i soggetti di Staccioli – entra nel dettaglio – si pongono a presidio della fragilità umana, dall’altro anche lo sguardo, colorato di giallo dei personaggi femminili di Fusi, esprime vigilanza, attenzione, memoria, testimone di una volontà di ricerca e analisi della profondità e dell’intensità della realtà circostante”.
In quasi tutte le sale gli artisti si ritrovano insieme, “segno che l’unione fa la forza – precisa il curatore – ce ne sono poi alcune che accolgono la produzione di Staccioli con i suoi capolavori in bronzo e ceramica e quelle dove spiccano le pitture a olio di Fusi dedicate ai volti delle star del cinema internazionale”.
La mostra è arricchita dalla performance di lettura di Ines Ricciardi e Matteo Alaimo.
“Finalmente, dopo lo stop imposto dalla pandemia, ripartiamo con un cartellone di eventi artistici di qualità e il connubio che da anni promuoviamo nei nostri borghi in cui convivono territorio, spazi storici e urbani e arte pubblica – commenta l’assessore alla cultura Giacomo Trentanovi – si ripropone come la formula più accattivante rivolta a chi risiede e chi viene a visitare il nostro bellissimo Chianti, nel quadro dell’opera di valorizzazione di Palazzo Malaspina abbiamo confezionato un ricco programma di iniziative e attività culturali che avrà come comune denominatore l’arte contemporanea, contemplata in tutte le sue forme espressive, dalla scultura alla pittura”.
La mostra è visitabile fino al 15 maggio. Ingresso gratuito.
Orari di apertura. Fino al 31 marzo venerdì – sabato – domenica dalle 16 alle 19. Dal 1 aprile lunedì – giovedì dalle 16 alle 19, martedì dalle 10 alle 13 venerdì – sabato – domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Info: Ufficio Cultura, e.mail: cultura@barberinotavarnelle.it.
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